L’usanza dei Cristiani di celebrare la Pasqua mangiando la tenera carne di agnello è antichissima e affonda le proprie radici nella cultura ebraica. La Bibbia racconta di un angelo sterminatore che, la notte della liberazione del popolo giudaico dalla schiavitù egizia, passò in ogni casa risparmiando il primogenito solo di coloro che avevano segnato la propria porta con il sangue di un agnello sacrificale.
Ma è davvero giusto rispettare una tradizione se, solo nel periodo Pasquale, in Italia vengono barbaramente uccisi più di 800 mila cuccioli?
L’associazione Animal Equality, allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica, ha inviato alcuni volontari sotto copertura in numerosi allevamenti e macelli italiani, raccogliendo video e fotografie scioccanti circa la triste sorte di questi piccoli animali. Agnelli e pecore lasciati per ore ed ore in spazi angusti, freddi, senza cure veterinarie e in terribili condizioni igienico-sanitarie.
Molti di loro sono poi sottoposti alla pratica barbara ed illegale della pesatura. Legati a gruppetti per le zampe sono issati e pesati, subendo fratture e gravi danni a muscoli e legamenti. John Sorenson, professore di sociologia alla Broke Universiy in Canada afferma che questo processo è estremamente doloroso e spaventoso per bestiole tanto sensibili. E’ assurdo pensare ad animali così delicati sottoposti a violenze inaudite come l’elettronarcosi, un metodo che sfrutta la corrente elettrica per stordire l’animale ed impedirgli di dimenarsi in attesa che venga ucciso.
“Guardando i filmati raccolti da Animal Equality” – afferma il veterinario Roberto Marchesini fondatore della SUIA (scuola di interazione uomo animale, ndr) -, “ho avuto la sensazione di assistere ad un girone dantesco, un inferno che purtroppo abbiamo creato noi esseri umani, un atelier di mostruosità di cui siamo produttori, registi e protagonisti. Qui non si tratta di essere più o meno religiosi, animalisti o di seguire uno stile di vita vegan. In primis in gioco c’è il rispetto per una creatura vivente che a poco più di un mese di vita, deve subire atroci torture al solo scopo di divenire la portata principale di tante tavole imbandite”.
La tradizione è una bellezza da conservare, non un mazzo di catene cui legarci – Ezra Pound.