“Conservare Pompei per l’eternità”, “Sottrarre Pompei al secondo seppellimento”, sono gli slogan ideati dagli studiosi tedeschi pronti per il “Pompei Sustainable Preservation Project”, progetto di restauro e conservazione del sito archeologico di Pompei.
Dieci milioni di euro ed un team altamente qualificato composto da professori e ricercatori del Technische Universität di Monaco di Baveria, l’ateneo numero uno in Germania secondo la classifica annuale stilata a Shangai, e dell’istituto Fraunhofer di Stoccarda il più grande e innovativo centro di ricerca d’Europa, saranno a disposizione degli scavi.
Nel disegno salva Pompei anche l’Italia tra i protagonisti: con il promotore ICCROM, Centro studi per il restauro, affiliato all’Unesco, ed il partner CNR, Consiglio nazionale ricerche, che partecipa con l’IBAM, Istituto per i beni archeologici e monumentali di Catania.
L’idea di fare qualcosa per Pompei nacque dieci anni fa da Ralf Kilian, capo del settore restauro del Fraunhofer e dell’archeologo Albrecht Matthaei mentre lavoravano nell’antica città romana, come spiegato da Kilian “Vedevamo le rovine disgregarsi sempre più. Credo che la cattedra di restauro della Tum di Monaco e il professor Erwin Emmerling potranno introdurre nuovi concetti per la conservazione di Pompei”.
Gli organismi coinvolti faranno riferimento e collaboreranno con la Soprintendenza per i beni archeologici di Pompei e l’Istituto superiore per la salvaguardia ed il restauro. Obiettivo: rendere gli scavi archeologici un centro di ricerca per la conservazione dei reperti. Il programma, a tal fine, coinvolgerà anche altri istituti quali: la School of Geography and Environment dell’Università di Oxford, il Dipartimento di storia antica dell’Historicum della Ludwig Maximilians Universität Munchen, il Deutsches Archäologisches Institut di Roma e l’Università di Pisa. “Con questo intervento – spiega Daniele Malfitana, referente italiano del progetto e direttore dell’IBAM CNR, “Una nuova generazione di ricercatori e restauratori provenienti da diversi Paesi si confronterà con gli esperti del settore e le best practices messe in campo per Pompei potranno così essere impiegate in altri siti nel mondo”.
L’eredità che la storia ha consegnato alla Campania ed al mondo è una priorità assoluta anche in campo internazionale, riportare al massimo splendore un’intera insula di Pompei, intervenire a tutto campo, l’obiettivo comune. L’imperativo, secondo Klaus Sedlbauer, direttore del Fraunhofer “Non è soltanto conservare l’antico, ma anche sviluppare il nuovo”. Tra gli interventi primari ed essenziali: arginare il problema delle acque piovane. In loco saranno anche sperimentate malte antiche che possano durare nel tempo. Come spiegato dal professor Emmerling della Tum di Monaco: “Oltre al restauro a regola d’arte ed alla messa in sicurezza degli edifici antichi, il team vuole sviluppare strategie e metodi innovativi per prevenire un ulteriore decadimento”. Le rovine devono essere tutelate e nel contempo fruibili, la sicurezza dei visitatori sarà importante tanto quanto il recupero del patrimonio.