Eliminare il superfluo e gli sprechi per consentire un risparmio di almeno 10mld l’anno da reinvestire in Sanità, questo l’obiettivo del ministro Lorenzin
Ben 25 miliardi di euro sono stati usati in modo “inappropriato” nel settore della Sanità nel 2014, circa il 23% del totale della spesa cioè 111,4 miliardi. Lo sproporzionato numero di servizi improduttivi, inadatti o troppo cari rispetto ai benefici reali (7,6 mld) e la corruzione presente anche nel Ssn (5,13 mld) sono le voci degli sprechi che più pesano sui bilanci. Questo il risultato di un’indagine della Fondazione Gimbe, illustrati lo scorso marzo durante la conferenza nazionale Gimbe a Bologna.
Costi per servizi ritenuti inutili rappresentano una quota importante di quei 25 miliardi. Secondo la Gimbe, di questi, “il 30%, circa 7,69 mld, viene assorbito dal sovrautilizzo di interventi sanitari inefficaci, inappropriati o dai costi elevati rispetto ai benefici reali”, dove si aggiungono anche “5, 13 miliardi di euro (20%) erosi da frodi e abusi, comportamenti che minano la credibilità del Ssn e contro cui servono azioni concrete”. Troppe prestazioni che a volte non servono.
Il 16%, cioè più di 4 miliardi, viene buttato via “nell’acquisto di tecnologie sanitarie, farmaci e strumenti medici e di beni e servizi non sanitari, come mense e lavanderie, a costi eccessivi, non standardizzati da un capo all’altro della Penisola”. Inoltre c’è un “sottoutilizzo delle prestazioni che brucia 3,08 miliardi (12%) per l’aggravamento delle condizioni dei pazienti, ricoveri e altri interventi evitabili se si fosse agito meglio prima”. L’amministrazione pubblica, l’accrescimento del settore amministrativo e la mancata diffusione delle tecnologie fanno spendere circa il 12% (3 mld). Infine, “l’inadeguato coordinamento dell’assistenza, fra ospedale e territorio, ma anche all’interno di uno stesso ospedale pesa per 2,56 miliardi di euro (10%)” obbligando il paziente ad altalenare tra la propria abitazione e l’ospedale.
E’ “intollerabile – commenta il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – che più di 25 miliardi di euro l’anno vengano sprecati in quest modo. Negli ultimi anni la tendenza al definanziamento del Ssn è stata costante e non si arresta. In futuro non ci saranno risorse aggiuntive e non si potranno finanziare servizi essenziali e vere innovazioni se non si avvia un processo di disinvestimento da sprechi e inefficiente per reinvestire in ciò che serve davvero, sulla base delle evidenze scientifiche”.
Un processo “necessario, che deve avvenire partendo dalle Regioni e responsabilizzando le aziende sanitarie, che a loro volta devono coinvolgere professionisti sanitari e cittadini”. Fare proprio il motto “less is more” (eliminare il superfluo), “perché il troppo in sanità e medicina non sempre è salutare ed efficace”, conclude.
In risposta ai risultati riscontrati, Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute, risponde: “Non c’è nessun taglio previsto nemmeno per il 2016-2017 l’ho detto in tutte le salse. Io ho sempre detto no a nuovi tagli, ma è necessario implementare il Patto della salute, attraverso il quale è vero che è possibile recuperare 10 miliardi di euro, che vanno però reinvestiti in sanità”.
“Attiveremo – avverte il ministro – dei protocolli consultando le società scientifiche e qualora si ‘sgarri’ dalle regole così elaborate per una corretta prescrizione diagnostica, ci potrebbero essere sanzioni, ma assolutamente sostenibili. Allo stesso tempo il cittadino deve avere la certezza di ottenere le giuste prescrizioni, né troppe né troppo poche. Un principio che è dunque a tutela della salute delle persone“.
“Nella prossima legge di Stabilità mi aspetto che siano inserite misure per l’applicazione del Patto della salute. Ne abbiamo parlato per anni e siamo ancora fermi”, auspica Lorenzin. “Come avvenuto l’anno scorso con la norma relativa sui commissari per la sanità regionale che non possono essere i presidenti di Regione, o con i regolamenti ospedalieri – ricorda – mi aspetto di poter inserire in legge di Stabilità le norme attuative del Patto“, conclude.