Obiettivo fornire a medici, operatori sanitari e pazienti gli strumenti per arginare la deriva tecnicistica del rapporto tra l’ammalato e chi deve prendersene cura. L’intento è rimettere al centro l’ammalato, che grazie ai suoi “racconti” può diventare parte attiva nella terapia
Napoli, 8 novembre – Il progresso della medicina rende sempre più efficaci le terapie ma sta inesorabilmente modificando il rapporto tra medici, operatori sanitari e paziente. Oggi si tende a fotografare ogni caso attraverso analisi, dati e parametri e l’ammalato è una figura sempre più astratta, che ha sempre meno possibilità di “parlare” e farsi “ascoltare”. Per parlare di come arginare questa deriva aggravata dalla mancanza di comunicazione tra operatori sanitari e pazienti, venerdì 10 novembre si svolgerà a Napoli il primo Workshop dal titolo L’Ematologia, l’Oncologia e la Medicina del Dolore tra umanizzazione delle cure e Precision Medicine.
L’incontro inizierà alle 11 nella Sala Convegni della Croce Rossa Italiana in Via San Tommaso d’Aquino 15 ed è organizzato da Beniamino Casale, Responsabile IPAS Terapie Molecolari e Immunologiche in Oncologia – A.O. dei Colli e da Carlo Negri, Socio e Amministratore di Napolilab, società di consulenza marketing, con il supporto di NfC e Napolilab.
La giornata è dedicata a medici, infermieri, pazienti e caregivers e il suo scopo è rivalutare una medicina che rimetta “al centro” il paziente in quanto persona da ascoltare perché attraverso le sue storie può dare un grande aiuto ai sanitari che devono curarlo. Per cui l’obiettivo da perseguire è un miglioramento della comunicazione tra tutte le figure che oltre al medico sono coinvolte nel processo di cura: dagli infermieri, che rivestono un ruolo cardine come punto di collegamento tra il paziente, il medico, il reparto e l’intero sistema di riferimento a tutti gli attori del sistema salute, compresi i “caregivers” che ruotano intorno all’ammalato.
Tra le metodiche volte a migliorare la comunicazione in campo medico spesso sono utilizzate anche la programmazione neurolinguistica o pnl e la mindfulness, che è una particolare tecnica psicologica di meditazione. Ma in occasione dell’incontro napoletano particolare attenzione sarà riservata alla Medicina Narrativa: “Con questo termine – afferma Beniamino Casale – intendiamo una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione infatti permette di acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista, migliorando la partecipazione del paziente. Inoltre la Medicina Narrativa si integra con l’Evidence-Based Medicine (EBM) perché personalizza il percorso di cura rimanendo in linea con le indicazioni di quest’ultima: ma la pluralità delle prospettive rende le decisioni più complete e appropriate. Le Medical Humanities, con il loro approccio multidisciplinare intendono fornire alla medicina e a tutti i soggetti coinvolti gli strumenti necessari per comprendere le malattie e la salute in un contesto sociale e culturale più esteso, al fine di favorire una maggiore comprensione empatica di sé, dell’altro e del processo terapeutico”.
Il workshop sarà articolato in due sessioni, quella del mattino sarà incentrata sulla parte scientifica mentre la sessione pomeridiana riguarderà la comunicazione.