Domenica 10 ottobre le splendide Divine Commedie miniate, rari manoscritti e gli autografi di Leopardi
Napoli, 9 ottobre 2021 – Splendide Divine Commedia miniate per La Domenica di Carta alla Biblioteca Nazionale di Napoli: la più antica quasi coeva del testo di Dante risalente alla seconda metà del 300 , riconducibile alla cultura figurativa di quel periodo in Umbria; un altro codice della fine 300 ed inizio 400, proviene dalla collezione del medico e bibliofilo Domenico Cotugno, e contiene il poema dantesco con il commento di Francesco da Buti che incornicia il testo. L’altro raro manoscritto della collezione Farnese è datato al 1411 con iniziali miniate: significativa quella posta ad apertura del Purgatorio che raffigura Dante e Virgilio sovrastati dalle anime purganti.
Per la Domenica di Carta sono previste visite guidate dalle 10.30 alle 13,30 (prenotazione obbligatoria dal sito www.bnnonline.it ) alla mostra “La Divina Commedia per immagini. Settecento anni di iconografia dantesca” ,che documenta, in modo completo, ma sintetico, i momenti diversi della tradizione figurativa della Divina Commedia dal XIV ai giorni nostri. Un percorso ricco di seduzioni che accompagna il visitatore dalle ingenue miniature dei primi codici medievali, agli accurati disegni del Quattrocento, e delle prime edizioni a stampa, alle illustrazioni più famose come la pregiata edizione di Antonio Zatta (Venezia, 1757 -1758 Dedicata alla Sagra Imperial Maestà di Elisabetta Petrowna imperatrice di tutte le Russie), l’Atlante Dantesco di John Flaxman, le illustrazioni di Francesco Scaramuzza e quelle più celebri di Gustave Doré ( Parigi, Hachette 1861). Di Giacomo Leopardi sono esposte alcune pagine autografe dello Zibaldone e la canzone Sopra il monumento di Dante con note di pugno del poeta.
Tra le rarità in mostra le tavole in rame di Giovan Giacomo Machiavelli, si tratta dei disegni originali realizzati da Machiavelli tra il 1806 e il 1807, che affiancano l’edizione della Commedia curata da Filippo Machiavelli, apparsa a Bologna per Gamberini e Parmeggiani tra il 1819 e il 1821 con le 101 tavole dell’incisore.