Udinese-Napoli-1-1. Azzurri campioni d’Italia per la terza volta nella storia

Al Dacia Arena passa in vantaggio l’Udinese con Lovric al 13’ del primo tempo, il Napoli risponde a inizio ripresa con Osimhen. Agli Azzurri bastava un punto per laurearsi campioni d’Italia con largo anticipo rispetto al termine del campionato

UDINESE (3-5-1-1): Silvestri; Becao, Bijol, Perez; Ehizibue (37′ st Ebosele), Samardzic (37′ st Thauvin), Walace, Lovric (33′ st Arslan), Udogie (29′ st Zeegelaar); Pereyra; Nestorovski. Allenatore: Sottil

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Olivera; Anguissa, Lobotka, Ndombele (19′ st Zielinski); Elmas, Osimhen, Kvaratskhelia (41′ st Lozano). Allenatore: Spalletti

MARCATORI: 13′ Lovric (U), 7′ st Osimhen (N)

ARBITRO: Rosario Abisso della sezione di Palermo

Al Dacia Arena finisce 1-1 la gara Udinese e Napoli valida per il posticipo della 33esima giornata del campionato di Serie A. Gli Azzurri, ai quali basta un punto per l’aritmetica scudetto, diventano campioni d’Italia per la terza volta nella storia dopo gli scudetti vinti nel 1987 e nel 1990. L’Udinese che arriva all’appuntamento senza particolari stimoli vista la salvezza già acquisita da un pezzo onora l’impegno e nel primo tempo dopo qualche minuto di studio cresce trovando anche il gol con Lovric, salvo poi farsi riprendere nella ripresa dal Napoli con Osimhen. A quel punto la formazione di Spalletti si limita a controllare mentre i friulani non riescono più a creare pericoli. Al triplice fischio la grande festa in campo con l’invasione da parte degli oltre 10mila tifosi Azzurri pronti ad abbracciare i propri beniamini e purtroppo qualche momento di tensione con la tifoseria di casa. Festa in contemporanea anche al Maradona dove sono stati allestiti 10 maxischermi, per le vie della città con migliaia di persone in strada e fuochi d’artificio come a Capodanno (purtroppo non senza feriti e perfino un morto, ndr), oltre che in diverse parti del mondo grazie ai club Napoli. Incontenibile la gioia per un successo che mancava da ben 33 anni, un successo pienamente meritato che non arriva per caso ma grazie all’attenta programmazione di De Laurentiis e del suo staff, alle scelte fatte nel mercato estivo tra lo scetticismo generale quando sono partiti diversi giocatori importanti, sostituiti dai promettenti Kim, Kvara, Simeone e Raspadori. Giocatori che oggi sono l’ossatura di questa squadra in un gruppo che Spalletti è stato bravo a plasmare sulle sue idee di calcio. Attraverso l’affiatamento, oltre che la qualità dei singoli, il Napoli ha creato un abisso con le avversarie, fino a laurearsi campione oggi con cinque giornate d’anticipo rispetto al termine della stagione.

In Friuli mister Spalletti manda in campo i titolatissimi a eccezione degli infortunati Mario Rui e Politano. Parte meglio il Napoli ma i padroni di casa dopo qualche minuto crescono e vanno in gol con Lovric, troppo libero di calciare a rete a pochi passi dalla porta. L’Udinese continua a far vedere le migliori cose e al 30’ è ancora pericolosa con Lovric dalla distanza, Meret si distende ed evita il raddoppio. Gli Azzurri provano a rispondere due minuti dopo con Osimhen, di poco fuori la sua conclusione di testa. Si va a riposo con l’Udinese in vantaggio di 1-0.

Nella ripresa il Napoli riesce a trovare finalmente il gol con Osimhen: da azione di calcio d’angolo Kvara impegna Silvestri, che para ma non trattiene, sulla palla arriva l’attaccante nigeriano e firma il pari. A quel punto la formazione di Spalletti diventa man mano padrona del match, il neo entrato Zielinski sfiora il raddoppio al ’70 su un gran assist di Elmas. Al triplice fischio la gioia con l’invasione di campo e parte la festa.

Parole al miele al termine della partita da parte di De Laurentiis, che non ha seguito la squadra in Friuli ma ha assistito alla gara al Maradona. “Voi mi avete sempre detto ‘Noi vogliamo vincere’. E abbiamo vinto tutti insieme. Grazie a tutti quanti, domenica tutti qui contro la Fiorentina per la grande festa”, le prime parole del presidente. “Oggi – ha proseguito – è il coronamento di un’aspettativa che durava 33 anni. Quando sono arrivato qui ho detto che ci sarebbero voluti 10 anni per andare in Europa. Promessa mantenuta in anticipo. Poi ho detto che avremmo vinto lo scudetto entro 10 anni e ci siamo riusciti in anticipo. Ora l’obiettivo è vincerlo e rivincerlo. Ci manca la Champions League”.

Quella del Napoli è una vittoria su cui pochi avrebbero scommesso a inizio anno. “Questa squadra – ha spiegato De Laurentiis – si era appesantita di responsabilità, ci voleva aria nuova e capacità di volare in alto come gruppo e non come individualità che remassero come freno. Il progetto non si ferma mai, oggi è un punto di partenza e non di arrivo. Si riparte con Spalletti. I campioni pasati da Napoli? È anche lo scudetto di Cavani, Lavezzi, Quagliarella, Higuain… Lo abbiamo costruito in questi anni, perché come dicono i francesi je n’ai rien de regretter”.

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