Al via la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei con PLUTO God of gold

L’ultima commedia di Aristofane quanto mai attuale nella descrizione dei massacri della guerra alla iniqua distribuzione delle ricchezze

Sabato 25 e domenica 26 maggio alle 21.00 120 studenti/attori delle scuole del territorio vesuviano apriranno la stagione estiva del Teatro Grande di Pompei con PLUTO – God of gold riscrittura da Aristofane di Marco Martinelli musiche Ambrogio Sparagna eseguite da Antonio Matrone, Vincenzo Core, Erasmo Treglia, Tammorra Trio, professionisti della scena teatrale di fama internazionale. Con 120 ragazzi – provenienti dai licei e gli istituti tecnici della provincia Vesuviana, Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata – si rende concreto il concetto di teatro come educazione morale. Teatro come esigenza di stabilire un concreto legame con il patrimonio culturale d’appartenenza.

Un progetto nato da un’intuizione del direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel, “per restituire al teatro, per dirla con Aristotele, la sua funzione di catarsi, di purificazione delle nostre menti e anime attraverso il pronunciare una verità, a volte anche scomoda” dichiara Zuchtriegel, “La scelta di fare teatro è stata dettata dall’esigenza di coinvolgere i ragazzi delle scuole e farli sentire parte attiva di un progetto. Riconquistando il senso collettivo e politico e direi anche democratico del teatro. Il teatro non a caso nasce in una società che forse per la prima volta nella storia comincia a valorizzare l’individuo, nella sua funzione politica e creativa: impiantando, attraverso un’analisi e una sintesi più contemporanea, anche un discorso sociale. Gli autori, Eschilo, Sofocle e Euripide, gli attori, il coro, erano innanzitutto dei cittadini, e il teatro diventava una festa comune, un rituale religioso. Nel VI-V secolo a.C., era la stessa comunità che si riuniva a teatro, e le vicende rappresentate erano le storie che la collettività raccontava a sé stessa. Ed è questo che abbiamo cercato di ricreare con il progetto Sogno di volare portando nel teatro di Pompei lo stesso spirito. Con Marco Martinelli i ragazzi, attraverso un progetto triennale dedicato a Aristofane, parlano della loro società ma attraverso la riscrittura dell’impianto drammaturgico del commediografo greco che parlava di un mondo per loro lontano, ma ricco di spunti per una rilettura del presente.”

Il progetto, curato da Marco Martnelli e il suo team – prodotto dal Parco Archeologico di Pompei con il Teatro Nazionale di Napoli, il Ravenna Festival e il Giffoni Film Festival, a cui si aggiunge quest’anno un gemellaggio con Vicenza approdando in autunno al teatro Olimpico della città veneta – dopo l’edizione zero del 2022 si avvia al secondo anno di attività, del triennio 2023 – 2025 dedicato ad Aristofane. Dopo Uccelli e Acarnesi  gli studenti “mettono in vita” Pluto, con Martinelli che applica la sua metodologia della non-scuola di teatro e l’ormai trentennale esperienza con gli adolescenti, con cui è stato capace di abbattere le ortodossie accademiche e recuperare il senso vitale del fare teatro.

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