Napoli, 23 marzo – Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, si mette al riparo dalle ultime indiscrezioni che indicano la chiusura, da qui a tre mesi, dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli “Fondazione G. Pascale”, per la mancata disponibilità finanziaria, dichiarando che “il Pascale è una eccellenza e deve continuare a svolgere il proprio lavoro nei confronti dell’utenza sempre con il massimo impegno”.
Secondo disposizione del presidente Caldoro, nella mattinata di lunedì 25 marzo, i dirigenti dell’Istituto Pascale si confronteranno con la struttura commissariale, per ridefinire i termini sul riparto del fondo sanitario nazionale, al fine di evitare il collasso della struttura sanitaria, eccellenza nel campo della diagnosi cura e ricerca sui tumori al sud Italia.
Caldoro sottolinea che “Siamo tutti chiamati ad affrontare i problemi con responsabilità e confronto nelle sedi opportune – ed aggiunge – tutti devono fare i conti con la crisi, famiglie e istituzioni”.
La difficoltà di poter garantire, oltre l’assistenza sanitaria ai malati di cancro, anche la ricerca medica scientifica in campo oncologico all’interno del Pascale, si evince dal taglio del finanziamento sanitario per 16 milioni di euro, comunicato al dirigente dell’Istituto, Antonio Pedicini, dal sub-commissario alla Sanità della Regione Campania, Mario Marlocco.
Pedicini, nell’incontro tenuto venerdì 22 marzo, con il personale dirigente, non ha nascosto la sua preoccupazione sul futuro imminente del Pascale, ha specificato che, se non cambiano i termini finanziari imposti dalla Regione, saranno a rischio sopravvivenza tutti i reparti dell’Istituto.
Il caso del Pascale, rispecchia il classico esempio di taglio verticale imposto alla sanità per il rispetto e l’applicazione della spending-review, introdotta dal Governo Monti per il rientro della spesa pubblica, che non sempre riesce a coincidere con la realtà dei fatti e le reali necessità di ospedali, ASL, laboratori di ricerca e altro.
La risposta di Marlocco alle perplessità di Pedicini, è stata di specificare che: “L’’atto contestato è un decreto che assegna la cassa per marzo, per la parte di competenza del Sistema sanitario regionale. A questa andrà aggiunta la quota a carico del bilancio regionale che non è stato possibile erogare per ora. Il finanziamento totale annuale deve essere ancora quantificato, così come per tutto il sistema sanitario”.