I lavoratori del Consorzio Bacino: siamo i “desperados”.

fotont2Napoli, 15 aprile – A protestare a Napoli, lo scorso 10 aprile, non c’erano solo i cittadini e i commercianti che hanno sfilato in corteo contro la ZTL, ma anche una rappresentanza dei lavoratori dei Consorzi di Bacino, addetti alla raccolta dei rifiuti. Un gruppo di lavoratori, infatti, ha trascorso la notte tra il 9 e il 10 aprile, in cima ad una gru del cantiere della Metropolitana in piazza Municipio.

Nel pomeriggio di martedì 9,  intorno alle ore 16, tre dipendenti del Bacino, si sono arrampicati in cima al mezzo meccanico per urlare la loro disperazione affiggendo uno striscione con la scritta ”lavoratori dei Bacini, i desperados”. Uomini disperati che vivono nell’incertezza del futuro, in attesa di risposte e soluzioni che ridiano speranza e dignità ai tremila dipendenti del Consorzio Bacino. Il timore di queste persone, da mesi senza stipendio, è di perdere ogni diritto e che una volta dissolta la struttura, oltre a non essere ricollocati, anche la cassa integrazione non sia applicabile per loro.

Un altro gruppo di dipendenti del Bacino, aveva invece manifestato nella mattina di martedì 9 aprile, dinanzi l’ingresso del cimitero di Poggioreale. Il messaggio lanciato è forte e triste: “Eutanasia collettiva” ed “Evitateci agonia e funerale. Seppellitici qui”. È quanto scritto dai lavoratori sui manifesti che hanno attaccato al cancello del cimitero. Impiccati, simbolicamente, alle inferriate, anche due manichini, che mostrano, esplicitamente, ciò che passa nella mente di chi non sa più come andare avanti, perché togliere il lavoro è come togliere la vita.

Già a novembre 2012, i dipendenti dei Consorzi di Bacino della Campania, scendevano in piazza a Napoli manifestando contro Regione e Prefettura, per i tagli dei fondi al settore, colpevoli di aver avuto una cattiva gestione del personale consortile nel periodo successivo all’ultima emergenza rifiuti. Il loro grido era unanime: “La mafia siete voi”. I manifestanti denunciavano soprattutto la responsabilità delle Istituzioni di non aver avuto la volontà di applicare la legge 26 del 2010, che avrebbe dovuto permettere la stabilizzazione dei lavoratori dei consorzi, preferendo la nascita di nuove società gestite direttamente dai Comuni per la gestione del ciclo dei rifiuti, con nuove assunzioni e senza assorbire invece il personale dei Consorzi.

In merito a queste scelte delle amministrazioni comunali, Tommaso Cottone, procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, in occasione dell’innaugurazione dell’anno giudiziario del 2 marzo scorso, lancia un chiaro messaggio, vista la sentenza della Corte dei Conti per i due ex sindaci di Napoli, Antonio Bassolino e Rosa Iervolino. La magistratura indicava uno spreco enorme di denaro, derivante dal pagamento degli stipendi di 362 lavoratori del Bacino Napoli 5, contemporaneamente al servizio reso dalla società ASIA, creata ad hoc dalle precedenti amministrazioni comunali, per le medesime prestazioni. Tommaso Cottone, dichiarava: “In passato, sotto la spinta dell’emergenza sono stati creati grandi carrozzoni che non hanno prodotto nulla. La Regione e gli altri enti locali non possono assumere personale perché c’è il patto di stabilità che glielo impedisce e subiscono pressioni fortissime per una soluzione mediata del problema che a noi non sembra congrua. Le soluzioni – ha concluso Cottone – vanno ricercate tra quelle che la legge consente”.

 

 

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