Barbara, mia moglie, mi tradisce e lo fa con l’insegnante di sostegno di nostra figlia Isabella, sordomuta dalla nascita.
Li ho scoperti per caso.
Una mattina, per la prima volta nella vita, ho deciso di andare a prendere Isabella a scuola. Non lo avevo mai fatto prima perché il lavoro, anche quando era una bambina piccola, mi ha sempre allontanato da casa e da tutte quelle pratiche quotidiane che Barbara ha sempre curato. Ma in questo momento che il lavoro è sempre meno, trovandomi libero, ho pensato che fosse la cosa migliore, volevo fare una sorpresa ad entrambe. Arrivato di fronte all’istituto ho visto l’auto di mia moglie e, guardando meglio, ho notato che all’interno c’era un uomo, parlavano, ridevano, poi lui è sceso dall’auto e prima di farlo le ha dato un bacio sulle labbra, abbracciandola. Io mi sono sentito morire, ma non ho fatto altro che restare immobile dov’ero. L’ho seguito con lo sguardo e l’ho visto entrare dentro la scuola. Poco dopo, nel fuggi fuggi di tutti gli alunni e nel marasma dei genitori è riapparso accompagnando Isabella all’auto di mia moglie. Professionalmente, senza effusioni intendo, il maestro ha consegnato la bambina alla madre. Mentre io, ancora una volta sono andato via e non ho preso mia figlia a scuola.
Prima di quel giorno, non sapevo neanche che faccia avesse questo tizio. Non sono mai andato ad una riunione con i docenti. In verità, non ho mai accompagnato Isabella in nessuna delle sue attività, da sempre, neanche al parco la domenica, purtroppo. Mia moglie fa la casalinga da quando è nata nostra figlia, aveva un negozio in società ed anche se con tanto rammarico, ha ceduto la sua quota per seguire la piccola. Non è facile avere un figlio sordomuto. Ma lei non ha mai mancato, non ha mai mollato, l’ha portata da ogni medico ed ha fatto tutto col sorriso stampato in faccia, sempre da sola. “Sono una vedova col marito fantasma che ci osserva dal limbo!”, mi ha sempre urlato dietro in questi anni. Dietro perché io me ne sono sempre andato. Sono sempre stato assente è vero, paralizzato dal dolore di avere una figlia invalida, sono sempre fuggito con la valida scusa di “dover mantenere la famiglia”.
Ma adesso è tardi per tornare?
Mauro A.
Chi sa cosa scatta nella mente di una donna che si sente sola, con un fardello enorme di paure da portare sulla schiena e con il desiderio di sentirsi donna oltre che mamma e moglie e con il rammarico invece di avere solo se stessa su cui contare.
La famiglia è il perno della nostra società, è quella sicurezza su cui costruire il futuro, fare progetti con la speranza di vederli realizzati dal prolungamento dei propri geni, da quei figli che da cuccioli indifesi si faranno strada tra le difficoltà della vita quotidiana, consolati e sostenuti sempre e comunque dalla propria famiglia.
Spesso però si perde il senso della famiglia, si confondono i ruoli, si lascia tutto al caso come se la propria famiglia fosse inattaccabile, una forza costante che non ha bisogno di nulla se non di appartenere ad essa.
Invece la famiglia è altro, è molto di più, ha bisogno di essere alimentata come il fuoco del focolare, con legna da ardere e curato costantemente per non far morire la fiamma. È questa una regola d’oro che vale per ogni cosa, per tutto ciò che conta nella nostra vita, per gli amori, le amicizie, le passioni e la famiglia non fa eccezione ad essa, non basta appartenerle per averla per tutta la vita, ma occorre amarla e dimostrarle amore, in un unico abbraccio tra moglie, madre, marito, padre e figli.
Il senso di vuoto che si crea quando quell’equilibrio che sembrava perfetto si spezza può essere devastante. Rendersi conto troppo tardi dei propri errori non ci riporterà mai indietro e mai potrà ricucirsi quello strappo dell’anima, ma si può perdonare se stessi per primi per poter perdonare gli altri che ci hanno fatto soffrire.
Ricominciare è sempre possibile, finché l’amore non diventa odio è sempre giusto riprovare a mettere insieme i cocci e far leva sul ricordo di quel giorno in cui avevate promesso dinanzi a Dio di amarvi e rispettarvi per tutta la vita.
Quanto amore hai ancora nel tuo cuore per la tua famiglia, per tua moglie e per la tua piccola bimba? Una figlia che per voi genitori è perfetta così com’è.
È da quell’amore che potrai solo ripartire, ricordando a te stesso, a tua moglie e a quella figlia che ha benedetto la vostra unione, che il vostro amore insieme vi rende forti, ma che da solo vi rende indifesi.
Questa è la famiglia che ti auguro di ricostruire, forte perché uniti dal vostro amore.