Novità per la cura del diabete tipo 2, in arrivo una terapia alternativa

DiabeteRicerca condotta dal team del professor Piero Marchetti

Arriva da Pisa la notizia di una nuova possibilità di cura per il diabete di tipo 2. La patologia, solitamente definita come diabete alimentare, rappresenta la forma più frequente di diabete e colpisce oltre tre milioni di italiani. Può essere paragonata ad una vera e propria epidemia, si prevede infatti che nel 2030 le persone diagnosticate raggiungeranno la vetta dei cinque milioni.

Un recente studio, condotto da ricercatori dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa (AOUP), ha messo in evidenza che le cause della ridotta quantità di insulina nel diabete di tipo 2,  sono riconducibili non solo alla morte delle cellule beta del pancreas, ma anche al fatto che la maggior parte di queste cellule, seppur vive, non riescono a sintetizzare l’ormone, con conseguente aumento del glucosio nel sangue.

La ricerca, portata avanti dal team guidato dal professor Piero Marchetti, potrebbe determinare un crollo delle certezze nel campo diabetico e rivoluzionare il modo di pensare alle cause della patologia, aprendo le porte a nuove possibilità di prevenzione e di cura. Attraverso tecniche approfondite, quali la microscopia elettronica e la valutazione diretta della secrezione di insulina, è stato infatti possibile verificare che molte cellule beta che sembravano morte, sono in realtà vive, nonostante non riescano a svolgere la loro funzione fisiologica.

I farmaci anti-diabetici attualmente in commercio sono molteplici e di svariate tipologie, ciò nonostante la terapia risulta avere un’efficacia solamente parziale.

“Alla luce della scoperta, potremo riuscire a capire quali sono i meccanismi molecolari che causano il cattivo funzionamento delle cellule beta e ottimizzare le terapie, in modo da ripristinare la normale produzione di insulina, e così prevenire, curare  e forse guarire il diabete di tipo 2″. Ha dichiarato il professor Marchetti.

Lo studio, condotto dai ricercatori pisani, sarà pubblicato il prossimo febbraio sulla prestigiosa rivista internazionale “Diabetologia“.

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