Intervista di NapoliTime al referente del nuovo comitato dei pazienti in lista d’attesa, Francesco D’Andria: “Porteremo questa battaglia ovunque sia necessario. Perché nella lotta alla vita, desistere non ci è permesso”
“Al ministro Lorenzin chiediamo di riceverci, dato che non ha mai espresso la volontà di incontrarci”
Ancora un blocco per il metodo ideato dal professor Vannoni. Stavolta sono i medici degli Spedali Civili di Brescia a non voler più procedere con la somministrazione delle infusioni. La possibilità di accedere alle cure per i 150 pazienti in lista d’attesa sembra essere sempre più remota. Quando le sentenze dei giudici risultano essere totalmente inascoltate, quando il tempo passa inesorabilmente e ogni secondo potrebbe essere decisivo nella lotta per la vita, “l’unione fa la forza“. È questo lo stato d’animo che ha spinto oltre quaranta membri ad aderire al nuovo Comitato Art.700. NapoliTime ha sentito il referente, Francesco D’Andria.
Come nasce il Comitato Art.700? Quali sono gli obiettivi che si pone?
“Il comitato nasce dall’esigenza di far fronte comune per rivendicare un diritto negato: quello alla vita e alla salute. Diritto sancito dalla Costituzione, dalle normative e, soprattutto, dalle ordinanze dei giudici, appunto dai ricorsi all’articolo 700, che impongono agli Spedali Civili di Brescia che i nostri familiari, i pazienti, vengano sottoposti con urgenza al trattamento Stamina. In caso di patologie incurabili, e in assenza di terapie possibili, il decreto Turco Fazio permette l’accesso a terapie non sperimentate. Si tratta delle cosiddette cure compassionevoli. Nonostante le sentenze dei giudici, la messa in esecuzione delle stesse attraverso ufficiali giudiziari e forze dell’ordine, il ricorso all’articolo 669 (che ne definisce in dettaglio tempi e modi di attuazione), le querele presentate nelle procure di Brescia e di mezza Italia e la forte denuncia mediatica dei familiari e dei pazienti stessi, sono dieci mesi che gli Spedali non hanno arruolato alcun paziente, oltre i quaranta già in trattamento. Un blocco illegale e inspiegabile. In questa condizione di impotenza, di esasperazione (e non disperazione), la soluzione di unirsi in un comitato è una strada obbligata per cercare, tutti insieme, di far valere i nostri diritti in ogni sede, istituzionale o legale che sia. Per aderire basta fare richiesta e raccontare la propria situazione inviando un’email a comitatoart700@gmail.com”.
Una tempesta mediatica sembra aver travolto il caso Stamina. Qual è la verità?
“Solo a dicembre abbiamo preteso un incontro con i vertici degli Spedali, per ascoltare direttamente dalla voce del commissario straordinario Ezio Belleri la cruda verità: gli Spedali non trattano più di 34 pazienti, non hanno possibilità organizzative per far accedere ulteriori malati. Una verità ridicola, inaccettabile, falsa, scardinabile sotto ogni punto di vista: giuridico, tecnico e aziendale, soprattutto per le palesi contraddizioni che sono emerse in tutti questi mesi. Sentenze che riguardano la vita, la dignità e la salute, solo in Italia vengono considerate come carta straccia. Ci sentiamo coinvolti direttamente in questo dibattito mediatico scatenato e improntato al tentativo di porre la parola fine alla vicenda Stamina, piuttosto che a fare chiarezza. Nell’assenza totale di un dibattito e un confronto civile e ragionato, le notizie vengono manipolate e indirizzate ad arte. Assistiamo a veri e propri atti intimidatori per tutti coloro che osano interessarsi al caso Stamina. La chiarezza è necessaria, la verifica scientifica anche, ma in questo clima sono prerogative difficilmente raggiungibili, per la gioia dei tanti detrattori. E i malati restano l’ultimo dei problemi”.
Che messaggio vorrebbe inviare al Ministro Lorenzin, agli altri pazienti in lista d’attesa e a tutti i lettori di NapoliTime?
“Al ministro Lorenzin chiediamo di riceverci, dato che non ha mai espresso la volontà di incontrarci. Ora che abbiamo appreso dall’assessore alla sanità regionale che la Lombardia non ha competenze né giuridiche né amministrative sull’ospedale bresciano e che le sorti dei nostri cari sembrerebbero dipendere direttamente dal Ministero, vogliamo che venga trovata una soluzione. Chiediamo al ministro di convocare e ratificare il nuovo comitato scientifico, di coinvolgere le famiglie, verificare preventivamente le condizioni per avviare i lavori, visto che sembra ci siano ancora problemi di conflitto di interesse anche su questo. Speriamo che vengano evitati ulteriori errori, quali la mancata nomina del presidente Ferrari e il mancato avvio di una sperimentazione. Solo quest’ultima potrà aiutare a sfoltire le file delle liste d’attesa. Siamo disponibili a collaborare con chiunque voglia approcciarsi alla problematica in modo costruttivo. In caso contrario, nel caso in cui l’indifferenza verso la nostra situazione continui a perdurare, porteremo questa battaglia ovunque sia necessario. Perché nella lotta alla vita, desistere non ci è permesso”.