In comune le proteste di pazienti e delle loro famiglie che chiedono di potersi curare liberamente
Era il lontano 1997 quando incominciò a diffondersi la teoria di medicina alternativa del dottor Luigi Di Bella. Un cocktail di farmaci per combattere il cancro, senza la necessità di sottoporsi a chemioterapia o altri trattamenti particolarmente invasivi. Somatostatina, inibitori della prolattina, melatonina, bromocriptina, ciclofosfamide, insieme a un complesso multivitaminico. Questi gli ingredienti, assolutamente privi di effetti collaterali. O almeno questo è quello che affermava il medico di origine siciliana. “I singoli componenti agiscono sinergicamente potenziando il loro effetto antitumorale e sviluppando un’azione antiossidante“. Si può leggere dal sito internet del Metodo Di Bella.
Nonostante il fallimento della parziale sperimentazione e la bocciatura del metodo da parte del mondo scientifico, l’opinione pubblica si avvicinava sempre di più alla terapia innovativa. Il 15 febbraio 1998 quindicimila sostenitori del metodo manifestavano in piazza per ottenere la gratuità del trattamento. La sperimentazione fu approvata dal Ministero della Salute, allora sotto la guida di Rosi Bindi, ma nel 2005 arrivava un’altra bocciatura, stavolta quella definitiva, da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.
Ad oltre quindici anni di distanza, sono in tanti a testimoniare su internet l’efficacia del trattamento Di Bella.
La terapia continua a essere prescritta dal figlio del dottor Di Bella, nonostante non esista una sperimentazione che assicuri la mancanza di possibili reazione avverse. I pazienti sono migliaia. La pagina Facebook a sostegno del metodo conta oltre quindici mila iscritti. La bacheca è piena di post e commenti di persone che, pur non essendosi mai incontrate, riescono a sfogarsi, incoraggiarsi e darsi consigli.
I costi del trattamento sono elevatissimi e in molti casi insostenibili, variano dai 900 ai 1800 euro al mese. Risale a pochi giorni fa la sentenza del tribunale di Lecce che ha condannato l’ ASL locale a rimborsare le spese sostenute da una paziente (circa 25000 euro) in cura con il trattamento Di Bella. Secondo i giudici i miglioramenti che la metodica avrebbe apportato alla donna, affetta da tumore, sono obiettivi ed incontestabili. Tanti sono i ricorsi che continuano ad essere presentati dai pazienti che si sono sottoposti alla terapia, un po’ come nel caso del metodo Stamina. Allo stesso modo i miglioramenti accertati da medici spesso continuano ad essere considerati poco rilevanti.
I due metodi sono accomunati da un duplice aspetto. Da un lato la netta bocciatura da parte dei rappresentanti del mondo scientifico, dall’altro la protesta messa in atto dai pazienti e dalle loro famiglie, che chiedono soltanto di potersi curare liberamente. Insomma, sembra proprio che la storia si ripeta. La prima volta con esiti poco chiari e la seconda pure.
quando a certi argomenti si avvicinano “scrittori” senza nessuna preparazione ne vengono fuori articoli come questo.
Grazie per l’apprezzamento e parafrasando lei, quando lettori si improvvisano critici su presunte basi scientifiche, vengono fuori commenti improbabili come questi. Continui a leggerci e a dirci la sua.
Ha detto bene: non ci sono basi scientifiche da discutere.
“senza la necessità di sottoporsi a chemioterapia”
peccato che ciclofosfamide e idrossiurea, presenti nel fantasmagorico cocktail magico siano proprio chemioterapici
“ingredienti, assolutamente privi di effetti collaterali”
ma certo… stendiamo un velo pietoso.
“il fallimento della parziale sperimentazione e la bocciatura del metodo da parte del mondo scientifico”
fallimento parziale?
http://www.iss.it/binary/publ/publi/9912.1109937886.pdf
legga legga, per un fallimento totale dovevano morire pure gli sperimentatori?
“La terapia continua a essere prescritta dal figlio del dottor Di Bella,”
prescrivendo a iosa farmaci biologici nuovissimi(tipo i -mab e -inib); ma la pozione magica non era panacea?
“Secondo i giudici i miglioramenti che la metodica avrebbe apportato alla donna, affetta da tumore, sono obiettivi ed incontestabili”
peccato che poi è dicharato, sempre nella sentenza, “malattia in progressione”
poi c’è davvero bisogno di domandarsi perchè gente malata o i loro parenti protestano se su media di portata nazionale si propaganda per anni che esiste una cura?
quindi non ve la prendete se a leggere certi articoli così poveri di verità si abbia da ridire!
Innanzitutto nelle prime righe dell’articolo, ci si riferisce a ciò che affermava il dottor Di Bella. Infatti è scritto “O almeno questo è quello che affermava il medico di origine siciliana”. Riguardo all’unico antitumorale usato da Di Bella, ( e parlo di antitumorale perchè il termine chemioterapico così come lo ha usato lei significa semplicemente prodotto di sintesi, di origine non naturale. Anche gli antibiotici sono chemioterapici) la CICLOFOSFAMIDE, nella terapia Di Bella è usata a dosaggi molto bassi e somministrata per via orale, cosa che non accade in chemioterapia. Ecco cosa scrive DI BELLA a riguardo sul sito internet: http://www.metododibella.org/it/mdb/dettaglioPrincipioAttivo.do?idPa=8736.
“E’ una sostanza alchilante, fa parte degli analoghi della mostarda azotata e viene utilizzata in dosi minime nell’MDB rispetto ai dosaggi usuali praticati in chemioterapia, che possono giungere fino a 10 g somministrati direttamente in vena in alcune patologie neoplastiche. Rispetto a questi dosaggi la somministrazione prevista dall’MDB di 50-100 mg giornalieri rappresenta rispettivamente la centesima o duecentesima parte delle dosi impiegate in chemioterapia. Anche le vie di somministrazione, esclusivamente orale nell’MDB e preferibilmente endovenosa in chemio, cambiano radicalmente la risposta terapeutica. Il dosaggio di 50-100 mg ha esclusivamente un effetto proapoptotico sulla cellula neoplastica, cioè l’induzione della morte programmata cellulare secondo un processo naturale”.
Nell’articolo si parla di sperimentazione parziale e non di fallimento parziale; “Nonostante il fallimento della parziale sperimentazione “. Parziale perchè la sperimentazione è stata bloccata.
Parlavo riferendomi a quello che è il gergo comune comprensibile pure dai non addetti ai lavori, il concetto è: è falso dire che nel metodo di bella non ci sono antineoplastici che vengono usati nella chemioterapia!
se vogliamo entrare più nello specifico e parlare di dosaggi: a parte il fatto che gli schemi terapeutici oggi sono molto più personalizzati che nel passato, esistono terapie con dosaggi molto bassi di ciclofosfamide, dipende sempre da quello che si deve affrontare, anche terapie di “mantenimento” usano schemi con ciclofosfamide orale a basso dosaggio (50mg orali).
poi è una sciocchezza che si usano dosaggi fino a 10 gr e.v., poichè dosi superiori a 2.5 gr si fanno SOLO quando sono molto dilatate nel tempo (tipo una volta ogni 20 giorni), e questi dosaggi così alti sono usati solo in monoterapia (con la sola ciclofosfamide), cosa oggi quasi impossibile, poichè gli schemi terapeutici sono quasi tutti in polichemioterapia (che dà risultati migliori con effetti collaterali minori), quindi i dosaggi sono generalmente più bassi (intorno a 1 gr ogni 20 giorni a seconda sempre degli schemi e delle malattie di cui parliamo).
tutto ciò senza dimenticare che è vero che gli effetti collaterali acuti possono essere dose-dipendente (tra l’altro legati anche alla rapidità di somministrazione, motivo per cui si fanno infusioni che durano ore), ma quelli a lungo termine possono essere dose-indipendente.(pensi che problemi cardiaci sono una spada di damocle nell’uso di questi farmaci poichè segnalati anche per dosaggi estremamente bassi).
su “Il dosaggio di 50-100 mg ha esclusivamente un effetto proapoptotico sulla cellula neoplastica, cioè l’induzione della morte programmata cellulare secondo un processo naturale”
lascio perdere perchè non sono parole sue, comunque se facciamo riferimento alla farmacodinamica della ciclofosfamide altro che “processo proapoptotico naturale”.
Sulla sperimentazione parziale invece:
per lei sarebbe stato etico inviare malati con reale possibilità di salvezza a stadi “curabili” di una malattia ad una terapia che ha dimostrato, nello studio pilota, di avere un effetto poco superiore all’acqua fresca?
Le allego inoltre una revisione scientifica delle cartelle cliniche del prof. DiBella (i pazienti che avrebbe curato “fuori dalla sperimentazione”, prima che scoppiasse il caso):
http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/bif000217.pdf
si faccia un’idea.
Gentile Lettore, credo che le sue repliche le debba postare al dottor Di Bella. Rilegga il pezzo, i dosaggi cui lei si riferisce come commento all’articolo sono assolutamente fuori luogo. NOI non parliamo di dosaggi, facciamo una cronistoria e nemmeno ripercorriamo tutte le tappe della polemica ai tempi di Luigi Di Bella. Critica sterile dunque, visto che noi non apriamo un dibattito tra addetti ai lavori del settore medico-farmaceutico. Lei così non dimostra assolutamente nulla. Se poi aggiunge che, chi si occupa della Rubrica Salute per NapoliTime le ha anche dovuto segnalare un uso improprio di termini tecnici, mi viene da sorridere. Non salga in cattedra e vada ad interloquire con Di Bella, noi non siamo sostenitori di alcun metodo, diamo informazioni relativi a fatti di cronaca. E che i due Metodi non abbiano ancora avuto una valutazione scientifica, è un fatto.
Gentile lettore, nulla di provocatorio. L’articolo tratta di un fatto accaduto senza entrare nel merito. Che il Metodo Di Bella sia stato bocciato lo abbiamo scritto, come che la sperimentazione sia stata eseguita ma non portata a termine. La ringraziamo per il suo contributo.
Cose che capitano in un paese antiscientifico come il nostro. Ciò che vogliamo non è la verità, ma la speranza, anche se mal riposta.
@Pasquale Vespa: Chi si occupa della rubrica salute ha puntualizzato in maniera provocatoria poichè il contesto era chiaro. Che il metodo di bella non abbia avuto una valutazione scientifica è falso e le ho mostrato link di studi scientifici, poteva aprirli e leggere invece di continuare a sorridere.