Uno studio sul bullismo svela i danni per la salute psico-fisica dei bambini

Più a lungo si è vittima e più fa male

bullismoNonostante i riflettori siano puntati sul fenomeno da molti anni, i casi di bullismo continuano a ripetersi con una certa frequenza. Le prepotenze dei bulli lasciano cicatrici indelebili sulla vittima. Più le angherie fisiche e verbali si sono protratte nel tempo, maggiori saranno le conseguenze sulla salute, sia fisica che mentale, di chi le ha subite.

Ad approfondire questo duro aspetto di una realtà quotidiana è uno studio dell’ospedale pediatrico di Boston, coordinato da Laura Bogart e pubblicato sulla rivista Pediatrics.

Già un’altra ricerca, della Duke University a Durham (Carolina del Nord), aveva recentemente messo in evidenza che le vittime di bullismo vivono un profondo trauma, che crescendo non scompare ma apre le porte ad ansia, depressione, attacchi di panico e tentativi di suicidio.

Il disagio si manifesta inizialmente attraverso sintomi di tipo fisico (mal di pancia, mal di testa) o neurologici (insonnia, incubi, attacchi d’ansia), associati ad una riluttanza nell’andare a scuola. In caso di prevaricazioni protratte nel tempo, le vittime possono intravedere come unica possibilità per sottrarsi al bullismo quella di cambiare scuola, fino ad arrivare in casi estremi all’abbandono scolastico. Alla lunga, le vittime mostrano una svalutazione di sé e delle proprie capacità, insicurezza, problemi sul piano relazionale, fino a manifestare, in alcuni casi, veri e propri disturbi psicologici.  Anche le attività sportive diventano per loro complesse, riescono meno anche nella corsa, probabilmente perché si sentono a disagio, perdono autostima.
 “Le aggressioni più difficili da dimenticare sono quelle sessuali, quelle che avvengono in pubblico, quelle in cui nessuno interviene in difesa, convalidando così lo stato di inferiorità e di solitudine della vittima. Maldicenze, disprezzo, giudizi svalutanti sul proprio aspetto fisico o sulla propria famiglia, che circolano e trovano condivisione, possono creare un senso di totale impotenza nella vittima, che arriva al punto di voler scomparire“. Questa l’analisi di  Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, direttrice della rivista degli psicologi italiani “Psicologia Contemporanea”.

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