La lettera di Passion Time
Mi chiamo Brunella e sono del segno della bilancia con ascendente in bilancia. Vi chiederete, ma cosa diamine c’entra il segno zodiacale? Forse nulla e forse tutto, ma il punto è che io mi sento come l’ago di una bilancia che cerca contro ogni logica il proprio equilibrio. Il mio senso innato della giustizia ha il sopravvento su ogni mia scelta, ogni decisione anche la più banale è suggerita da quella vocina nel mio cervello che mi sussurra “uguaglianza”.
Siamo tutti uguali, abbiamo tutti gli stessi diritti, gli stessi doveri e tutti meritiamo rispetto, indipendentemente dalla propria condizione economica o sociale e dalla propria sessualità. Sessualità! Sì, io ancora non riesco a capire perché per la società sia così importante sapere con chi fa l’amore un tizio piuttosto che un altro. A me interessa di più sapere che sia una brava persona, onesta, sincera e corretta.
Prima di Natale ho costretto mio cognato a confessare ai suoi genitori di essere gay, proprio non capiva che non doveva aver paura di loro, era lui per primo che si auto-discriminava con la sua stessa famiglia e per me era inconcepibile che non si rendesse conto che l’amore immenso che una madre e un padre provano per il proprio figlio non ha nulla a che fare con le sue scelte di vita. L’amore è amore punto! Non svanisce così d’incanto.
Mi rendo conto però che non tutti hanno una visione del mondo così ampia e libera, a volte penso che forse sono troppo moderna io, ma più spesso invece penso che ci sono ancora troppi bigotti in giro.
La mia lettera ha un motivo preciso, voglio essere una testimone di buone novelle e di gioia condivisa. La vita è in realtà più semplice di quanto crediamo e spesso siamo noi stessi a edificare muri e confini mentali che ci allontanano.
E’ la storia di un ragazzo follemente innamorato che aveva trovato la sua metà mancante, una persona che lo completava, che lo faceva sentire felice, al sicuro e che gli aveva dato la voglia di guardare al futuro con occhi pieni di speranza.
Mio cognato aveva molta paura di confessare al padre e alla madre di essersi innamorato di un altro uomo, temeva la loro reazione, pensava che non avrebbero capito o peggio accettato. Il giovane temeva anche che la reazione dei due genitori nello scoprirlo, fosse così devastante per loro che non lo avrebbero voluto più per figlio, che lo avrebbero mandato via di casa.
Conoscendo il suo tormento, un giorno decisi di mettere a confronto lui e i suoi genitori. Rivolgendomi alla madre e al padre chiesi: “Voi sapete quanto vostro figlio vi voglia bene? Lui teme di deludervi perché ha qualcosa da confessarvi”. Quando tutto fu svelato, un grosso sorriso fu regalato dai due a quel figlio così in ansia, e la madre gli disse: “Io ti ho fatto, tu sei mio figlio, per me non è cambiato nulla, sei sempre tu, lo stesso di cinque minuti fa, lo stesso ragazzo bravo e generoso. Tu sei felice? Lo sono anche io”.