L’identikit della dipendenza dalla Rete: una persona frustrata, arrabbiata, annoiata che perde progressivamente le sue relazioni sociali, il contatto con la realtà
Internet, la rete globale che permette di essere virtualmente ovunque, si sta trasformando in una trappola, creando un numero sempre maggiore di dipendenze. Sempre di più si parla della patologia della dipendenza da Internet anche detta Internet Addiction Disorder (IA), caratterizzata dal fatto che l’individuo esprime il proprio disagio attraverso l’uso smodato dei prodotti della tecnologia. Non è ancora riconosciuta come patologia ufficiale ma solo come disturbo.
Alla dipendenza si giunge per gradi, passando da stati d’ansia, alla depressione e stress unitamente a difficoltà relazionali o fobie. Queste trovano gratificazione attraverso l’accesso ad internet dove situazioni virtuali allontanano dal disagio offrendo un illusorio senso di appagamento.
La pericolosità consiste nel ricorso ricorrente alla rete al verificarsi di ogni situazioni di disagio, creando così la dipendenza. Spesso chi ne soffre non lo percepisce come disagio e pertanto non sente il bisogno di ricorrere all’aiuto di uno specialista. Gioco compulsivo, dipendenza dal sesso virtuale, dipendenza dal social network sono solo alcuni degli aspetti di questa dipendenza che vede crescere ogni anno il numero di giovani, spesso in età scolare, che restano avviluppati nella rete.
L’alienazione dalla vita reale per quella virtuale sono sintomi che hanno un risvolto preoccupante per la salute mentale dell’individuo. La sindrome di Hikikomori è l’isolamento voluto da coloro che ne soffrono ritirandosi dalla vita sociale. Questo disturbo presente in Giappone già dagli anni ottanta si sta diffondendo anche in Europa e Stati Uniti. Comprende giovani di età compresa tra i 19 ed i 27 anni che sostano davanti al computer per un periodo che arriva fino a 10-12 ore al giorno non uscendo dalla propria stanza neanche per lavarsi o per mangiare ma chiedendo che il cibo venga lasciato fuori dalla porta della stanza.
Serge Tisseron dell’Universitè Paris Diderot-Paris 7 sottolinea l’assenza di attenzione al problema commentando: ”In Europa l’unica misura contro le dipendenze digitali è il codice di autoregolamentazione che si sono dati i produttori di videogiochi e che indica sulla carta l’età adatta a ogni videogame”.
Paolo Giovannelli psicologo, psicoterapeuta e professore alla Statale ha organizzato il primo simposio a Milano per le dipendenze da Internet tenutosi il 21 marzo scorso. Traccia l’identikit del dipendente della Rete come una persona frustrata, arrabbiata, annoiata che perde progressivamente le sue relazioni sociali, il contatto con la realtà. La preoccupazione è rivolta soprattutto verso i giovani adolescenti: ”che smettono di fare qualsiasi attività fisica, magari capaci di prendere decisioni tempestivamente, ma incapaci di costruire relazioni e di elaborare emozioni”. A Milano Giovannelli ha creato una squadra di professionisti specializzati per il trattamento dei disturbi legati alla dipendenza denominato Esc team, dal tasto per l’uscita dai programmi.