RSA. Ricovero Sanitario Assistito e tagli. Vite sospese, per far quadrare i conti.

Nel corso della propria vita ognuno di noi ha potuto toccare con mano la sofferenza di coloro che sono costretti a ricorrere alle cure ospedaliere. Eppure ci sono quei malati la cui vita non sarebbe possibile senza una continua assistenza medica. Sono i pazienti delle RSA (Ricovero Sanitario Assistito) oppure quelli in coma o in stadio terminale.

Le RSA di base possono ospitare anziani non autosufficienti con limitazioni di autonomia di ogni genere (fisiche, mentali e sociali) non assistibili a domicilio, struttura pubblica o privata accreditata.

Da qui l’allarme alle RSA di tutta Italia, per le quali le Regioni stanno tagliando le “quote sanitarie” coperte dalle Asl, che corrispondono a circa la metà della retta. Di conseguenza si taglia la possibilità ad una nutrito numero di anziani di poter essere accolti nelle strutture, visto che senza la copertura della Asl la famiglia è tenuta a pagare di tasca propria la restante somma che varia da regione a regione e dalla struttura. Si parla di solito di circa 100 euro al giorno.

In questo modo l’anziano non autosufficiente non ha possibilità di vedersi rimborsata la “quota sociale” (coperta in parte per chi ha un reddito medio e totalmente per i redditi più bassi). Si taglia così di fatto anche l’occupazione, togliendo assistenza specializzata preziosa all’interno dei reparti.

Fino a quando non scaturisce la necessità di trovarsi a contatto con questo tipo di pazienti non si ha idea di cosa significhi vivere o tentare di vivere in questo modo. Non tutti sono in grado di sopportare un simile impatto. Nella visita al parente ricoverato si mettono alla prova le proprie emozioni constatando l’esiguità dell’essere umano nel vedere le condizioni del proprio caro, mentre la memoria rimanda a momenti di vita passata, piccoli camei di felicità.

Si viene investiti dal senso di impotenza nel poter in qualche modo alleviare il soggiorno di chi è costretto a trascorrere la propria vita fino alla sua fine in una camerata con persone che non siano i propri familiari. C’è chi limita le proprie visite alle ricorrenze, perchè non riesce a sopportare a lungo questa circostanza, sottraendo la propria presenza, che in quei luoghi è preziosa come l’oro.

Sono ancora pochi che dedicano la loro vita a dare sollievo ai pazienti, come i volontari delle associazioni, oppure parenti che quotidianamente condividono la vita del ricoverato. Transitando in questi reparti si affronta inevitabilmente un aspetto della vita che molti preferiscono ignorare.

Episodi di vita e di rapporti umani possono essere narrati a centinaia dagli operatori di questo settore, animati da un sottile spirito missionario e non solo dal mero guadagno economico. I loro occhi hanno osservato comportamenti familiari con manifestazioni sincere o meno di affetto, ognuno di loro potrebbe scriverne un libro, che potrebbe servire a tutti, specie a quanti vorrebbero tagliare costi, posti e di conseguenza vite umane.

4 thoughts on “RSA. Ricovero Sanitario Assistito e tagli. Vite sospese, per far quadrare i conti.

  1. Cosa dire,articoli del genere ti lasciano senza parole e tanto amaro in bocca…Ho avuto la sfortuna fortuna di vivere anche pochi minuti in queste strutture per poter immaginare la sofferenza dei bisognosi e dei loro parenti.L’Ialia da sempre un paese ultra cattolico e casa di Dio in terra..dovrebbe assicurare almeno il diritto alla dignità degli ultimi istanti di vita…sarei ben lieto di pagare una tassa per nn far diminuire i contributi a queste strutture,e invece paghiamo una tassa su beni nostri acquisiti con sacrifici, per il bene di chi e che cosa non sapremo mai…del paese nostro?io non ho paese….

  2. Cosa dire,articoli del genere ti lasciano senza parole e tanto amaro in bocca…Ho avuto la sfortuna fortuna di vivere anche pochi minuti in queste strutture per poter immaginare la sofferenza dei bisognosi e dei loro parenti.L’Ialia da sempre un paese ultra cattolico e casa di Dio in terra..dovrebbe assicurare almeno il diritto alla dignità degli ultimi istanti di vita…sarei ben lieto di pagare una tassa per nn far diminuire i contributi a queste strutture,e invece paghiamo una tassa su beni nostri acquisiti con sacrifici, per il bene di chi e che cosa non sapremo mai…del paese nostro?io non ho paese….

  3. Sig. Onorato la sua sensibilità ed il suo altruismo dovrebbero appartenere ad un numero consistente di persone, mentre assistiamo ad un impoverimento di valori e di sensibilità. Il problema è duplice visto dal lato dei pazienti ed occupazionale, ma ci sarebbe anche un lato relativo ad una spiritualità che va sempre più affievolendosi, come dice Lei sebbene viviamo in un paese ove risiede il punto di riferimento del cattolicesimo cristiano. Se questo impoverimento di valori non permette di far crescere le generazioni future ad un sentito credo religioso, sarà in pericolo anche la generazione attuale nel tempo della vecchiaia, perché i figli cederanno la gestione dei propri genitori ormai anziani nella mani di badanti prezzolate, facendo svanire quel tesoro di esperienze di vita e spirituale, quali possono essere gli anziani. Il nonno in casa viene sopportato solo per l’apporto economico della sempre più misera pensione. Già questa generazione adulta si è scrollata il peso degli anziani, dando per primi l’esempio di come non si mette in pratica il quarto comandamento che è rivolto all’onorare chi ci ha generato, verso i nostri figli. Cosa dire… tempi duri anche per morire!

  4. Sig. Onorato la sua sensibilità ed il suo altruismo dovrebbero appartenere ad un numero consistente di persone, mentre assistiamo ad un impoverimento di valori e di sensibilità. Il problema è duplice visto dal lato dei pazienti ed occupazionale, ma ci sarebbe anche un lato relativo ad una spiritualità che va sempre più affievolendosi, come dice Lei sebbene viviamo in un paese ove risiede il punto di riferimento del cattolicesimo cristiano. Se questo impoverimento di valori non permette di far crescere le generazioni future ad un sentito credo religioso, sarà in pericolo anche la generazione attuale nel tempo della vecchiaia, perché i figli cederanno la gestione dei propri genitori ormai anziani nella mani di badanti prezzolate, facendo svanire quel tesoro di esperienze di vita e spirituale, quali possono essere gli anziani. Il nonno in casa viene sopportato solo per l’apporto economico della sempre più misera pensione. Già questa generazione adulta si è scrollata il peso degli anziani, dando per primi l’esempio di come non si mette in pratica il quarto comandamento che è rivolto all’onorare chi ci ha generato, verso i nostri figli. Cosa dire… tempi duri anche per morire!

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