Ebola tra i migranti? Il Ministero della Salute: il caso sospetto sulla nave Orione era varicella

Intanto il sindacato autonomo di Polizia denuncia la mancata comunicazione da parte del Ministero dell’Interno e del dipartimento della Pubblica sicurezza per il caso di Tubercolosi tra i migranti che ha contagiato cinque agenti.

rischio ebolaCresce la paura contagio anche in Italia per i continui sbarchi di migranti che giungono sulle nostre coste portando spesso malattie infettive come tubercolosi, vaiolo, scabbia, colera, ma ciò che davvero ha fatto tremare è stato un sospetto caso di Ebola, uno dei virus più letali al mondo. Il pericolo è stato scampato, rivelandosi questo, un semplice caso di varicella.

A confermare che non si tratta di Ebola è stato lo stesso Ministero della Salute. Ieri ha infatti diffuso una nota spiegando che dalle analisi di laboratorio effettuate presso l’Istituto Nazionale per le malattie infettive “Spallanzani” di Roma, dove il paziente era stato trasferito, si tratterebbe di un semplice caso di varicella.

Quello di Roma è l’unico ospedale in Italia predisposto dal Ministero per la prevenzione sanitaria da virus ad alto pericolo, e qui è stato accertato che “il paziente presente tra i migranti posti in salvo dalla nave della Marina Militare Orione è affetto da varicella”.

Si tratta questo del primo caso in cui è stato attivato il meccanismo di prevenzione sanitaria previsto dall’accordo tra il Ministero della Salute e quello della Difesa Militare. Nell’operazione Mare Nostrum, il Ministero della Salute partecipa alle operazioni relative agli sbarchi di migranti provenienti dall’Africa, con la presenza a bordo delle navi della Marina Militare di personale sanitario preposto ad identificare “i casi di malattia infettiva soggetti al Regolamento Sanitario Internazionale”. Il Ministero aveva anche disposto la misura di quarantena per le persone venute in contatto con l’individuo, ora sospesa vista la diagnosi di varicella e non di Ebola.

Non si arresta in ogni caso il timore che il Virus Ebola approdi prima o poi sulle coste italiane e inoltre che il Ministero della Salute lo comunichi effettivamente. Non poche sono state infatti le polemiche sulla mancata comunicazione del virus della Tubercolosi agli stessi operatori che hanno prestato soccorso. “Cinque poliziotti in servizio a Catania sono risultati positivi al test di Mantoux che attesta la presenza di infezione tubercolare e quindi di Tbc: tutto questo perché il Ministero dell’Interno e il dipartimento della Pubblica sicurezza hanno tenuto nascosto, per circa venti giorni, il fatto che durante uno degli sbarchi di immigrati avvenuto i primi di giugno sia stata riscontrata la presenza di infezione Tbc in uno degli stranieri”. A denunciarlo è il Sap, il sindacato autonomo di Polizia, che ha anche fatto sapere che saranno intraprese – “azioni giudiziarie a tutela del personale in divisa e dei propri iscritti”. Gianni Tonelli, segretario del Sap, ha dichiarato: -“Diffidiamo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza dall’impiego di poliziotti che non possono essere tutelati dal punto di vista sanitario”.

Nella giornata di ieri l’Oms, l’Organizazione Mondiale della Sanità, ha diffuso i nuovi dati sui decessi in Africa per il virus Ebola. L’epidemia ha fatto 467 morti su 759 casi in tre paesi dell’Africa occidentale, Guinea, Sierra Leone e Liberia. Il dato preoccupante è che rispetto all’ultima stima dell’Oms, diffusa il 24 giugno scorso, c’è stato un significativo aumento dei decessi, con un incremento del 38%. L’Oms ha chiesto che vengano adottate “misure drastiche” per combattere la diffusione del virus Ebola nei Paesi dell’Africa occidentale, anche se ancora non ha raccomandato restrizioni sui voli internazionali per Guinea, Liberia e Sierra Leone sia turistici che commerciali. A tal fine l’Oms ha convocato un vertice internazionale che si terrà oggi e domani ad Accra, la capitale del Ghana, in cui interverranno i ministri della Sanità di 11 Paesi dell’Africa, i responsabili dei Centri di Prevenzione e Controllo dell’Ebola, Paesi partner, sopravvissuti all’epidemia, rappresentanti di compagnie aeree, di società minerarie e le comunità dei donatori.

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