“Siamo senza soldi e non si arriva a fine mese”. È lo sfogo di una lettrice di Passion Time

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Oggi è una giornata calda, sono in attesa dal dentista, ma mi sento come se stessi aspettando un pugno in faccia, uno di quelli forti che ti stordiscono fino a farti dimenticare anche il tuo nome. In realtà è quello che vorrei. Ho letto una lettera pubblicata sul vostro giornale e ho deciso di lasciami andare anch’io, perché è vero, “le lettere sono come messaggi in una bottiglia”.

Le strade sono semi deserte, c’è poco movimento rispetto al solito, forse sono tutti in vacanza, anche se ci credo poco. Beato chi può. Ma io mi accontenterei di mandare in vacanza i miei pensieri, le mie paure, quell’ansia che mi attanaglia ogni istante facendomi sentire il cuore in fibrillazione, come se qualcuno lo tenesse tra le mani e lo stringesse forte. Forse sarebbe ancor meglio se ci fosse una strega cattiva, come quelle delle favole che ti strappa il cuore dal petto solo per la sua brama di potere e cattiveria, così almeno ci sarebbe qualcuno a cui dare la colpa della propria tristezza.

Sono momenti mi dico, la malinconia è sempre stata mia amica, da quando ero bambina. Viaggio spesso su quel filo invisibile che spinge alla depressione, ma fin’ora ho sempre vinto io, mi sono sempre fatta forza, scacciando via quel demone che mi vorrebbe divorare. Ma quanto è difficile quando la vita ti rema contro! Ho sempre pensato che la felicità esiste, non occorre avere tanto per esserlo, basta anche solo una pizza con gli amici per essere felici. È stato questo mio modo di apprezzare le piccole cose della vita a farmi vincere fin’ora. Ogni volta che mi sento giù, con la paura che la depressione stia avendo il sopravvento su di me, rifletto a voce alta e mi dico: “non sono depressa, sono solo triste! Con tutte le difficoltà da affrontare ogni giorno sarà pure normale non riuscire a sorridere? chi è depresso lo è anche se la sua vita è perfetta, se ha tutto quello che vuole, se non ha problemi di soldi, di salute e anche se l’amore della sua vita si prostata ai suoi piedi ogni giorno”.

Io appartengo a quella fetta di popolazione che combatte contro le difficoltà di questa vita da italiana. “Stiamo tutti rovinati” si sente dire in giro dalla gente. Siamo tutti senza soldi, non si arriva a fine mese, se capita un imprevisto non sai come affrontarlo. Si finisce per rinunciare a tutto, anche ad una visita dal medico, tirando avanti fino a non crollare, fino a che poi non ti accorgi che è troppo tardi. L’italia ci ha tolto tutto. Ricordo di quando ero piccola, di quanti sacrifici hanno fatto i miei genitori, si spendeva poco per i divertimenti è vero, ma l’unico obiettivo per loro era poter dare un futuro a noi figli, comprare una casa nostra, inventandosi il lavoro, contribuendo forse a far girare anche l’economia con quel negozio. Quel negozio ora non c’è più. Lo rimpiango ancora. Oggi poter mettere i soldi da parte come facevano i nostri genitori è un’utopia, impensabile se si riesce a comprare a stento il necessario ogni mese.

Il futuro per mio figlio? non ci voglio neanche pensare. L’assurdo è che sento su di me questo peso, come una colpa, come se io non fossi una buona mamma, perché non sono capace di cambiare la sorte. Si va avanti, non si può fare altro, con fede e speranza.

Gentile lettrice, cosa risponderle.

La situazione economica del nostro Paese non è certo florida, ma non per tutti e non da qualche anno. Sono almeno venti gli anni di crisi, più o meno profonda. Sono venti anni a mia memoria, ma se si parla con i nostri genitori, con quelli che hanno vissuto la guerra, questi sono tempi senza infamia e senza lode. E la memoria collettiva ci ricorda quando non c’era nulla da mettere in tavola e la cicoria da raccogliere lungo i marciapiedi di una Italia distrutta dalla guerra prima, e poi in costruzione, offriva alla generazione contadina che sapeva almeno riconoscerla. E per i romani divenne il piatto forte e a buon mercato.

Certo fa male sentirsi dire, da questo o quell’esponente di Governo, spesso sazio o addirittura ricco sfondato, con una ricchezza spesso costruita a tavolino con l’aiuto di lobby politiche, che la crisi non esiste, che i ristoranti sono pieni, oppure essere invitati ad essere ottimisti. Perchè l’Italia ce la farà.

Ne sono sicuro, l’Italia ce la farà, ma i tanti “io disperati” e a volte costretti alla fame? Dove lo trova l’ottimismo quando la ricchezza nel nostro Paese è mal distribuita? Fonti Istat ci dicono che nel 2011, si è registrato un aumento dell’indice di disuguaglianza che è passato dal 4,8 al 5,5; ciò vuol dire che il 20% dei italiani più ricchi dispone di un reddito 5,5 volte maggiore di quello del 20% degli italiani più poveri. Ecco trovati gli ottimisti!

Lei parla di suo figlio. C’è chi li mette al mondo e chi ha paura di farlo. Lei è fortunata, ha avuto la fortuna di avere coraggio o la necessaria incoscienza.

E che dire di quanti si son tolti la vita per disperazione, spesso indotta dallo stesso Stato strozzino che esige di essere pagato nel giro di 24 ore. Peggio del peggiore strozzino delle nostre città.

Studia! Era l’invito di un tempo rivolto dai genitori che avevano vissuto la fame ai loro figli. Studia, è per il tuo futuro. Eh sì. Studia, ma poi devi anche avere il coraggio di andartene da questo Paese, perchè sebbene l’Italia sia all’ultimo posto in Europa per la percentuale dei laureati nella fascia di età fra i 30 e i 34 anni, pari al 20,3% rispetto alla media europea (34,6%), altissimo è il livello di disoccupazione tra i giovani e tra i giovani laureati.

E poi ci sono i furbetti per scelta o per obbligo, quelli che evadono le tasse e che ci rubano il futuro!

Che dire quindi, oggi è una bella giornata di sole. Esca con suo figlio, lo porti a giocare nel parco e respiri tutto l’amore che può darle. Sarà senz’altro ricca, molto ricca, di una ricchezza che nessun Governo potrà mai darle.

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