Ebola: la paura cresce, entro il 2015 il vaccino. Oggi la decisione di usare farmaci sperimentali

I primi sintomi possono infatti manifestarsi anche dopo tre settimane dal contagio

Malato ebolaUn vaccino per debellare l’Ebola potrebbe essere disponibile a breve. A comunicare la notizia è il direttore del dipartimento immunizzazione dell’Oms Jean-Marie Okwo Bélé.

I test sul farmaco sviluppato dalla multinazionale britannica Gsk potrebbero iniziare già a – “settembre, prima negli Usa e poi sicuramente in un paese africano, visto che è lì che abbiamo i casi. Verso fine anno potremmo avere i risultati, e trattandosi di un’urgenza si può pensare a delle procedure accelerate per averlo a disposizione nel corso del 2015”. La corsa al vaccino è ora una priorità, il rischio che la situazione possa sfuggire di mano e precipitare a livello internazionale è una eventualità da non sottovalutare.

Certo è che l’Ebola in realtà non ha mai abbandonato l’Africa e ripetutamente negli anni si sono susseguiti episodi di contagio tra le popolazioni locali, ma finora non sembrava possibile poter sviluppare un vaccino capace di sconfiggesse definitivamente questo virus letale. Il segretario generale dell’Oms Margaret Chan, ha spiegato che quest’ultima epidemia di Ebola è la – “più estesa degli ultimi 40 anni e le possibili conseguenze di un’ulteriore diffusione a livello internazionale sono particolarmente serie”. La condizione dell’emergenza mondiale ha attivato inevitabilmente l’interesse a mettere a punto un vaccino al più presto. Sembra inoltre dare buoni risultati il siero sperimentale ZMapp, somministrato ai missionari americani infettati tra cui Kent Brantly, il medico che ora si trova in isolamento ad Atlanta.

Il Comitato di Emergenza dell’Oms potrebbe decidere in giornata la possibilità di utilizzare i farmaci sperimentali in Africa già da subito, nonostante abbia sottolineato che –“al momento i farmaci sperimentali sono disponibili solo in piccolissime quantità, e ci sono diverse questioni etiche e mediche da risolvere”. Si riunisce oggi per l’appunto il comitato di esperti di bioetica e medicina predisposto dall’Oms per – “sviluppare una strategia per il possibile uso di farmaci e vaccini sperimentali nonostante non siano stati ancora sufficientemente testati sull’uomo.

“Il periodo di incubazione o l’intervallo di tempo dall’infezione alla comparsa dei sintomi è tra i 2 e i 21 giorni. Il paziente diventa contagioso quando comincia a manifestare sintomi, non è contagioso durante il periodo di incubazione”. È lo stesso Ministero della Salute attraverso la circolare FAQ – Malattia da virus Ebola (EVD) pubblicate sul sito del ministero, a sottolineare che il periodo di incubazione dell’Ebola può prolungarsi fino a tre settimane, un periodo di tempo che ipoteticamente potrebbe essere sufficiente ad eludere il cordone sanitario nazionale attivato con Mare Nostrum e preposto ad individuare tra i clandestini giunti via mare in Italia, passeggeri infetti da Ebola.

In una nota il ministero sostiene che – “riguardo le condizioni degli immigrati irregolari provenienti dalle coste africane via mare, la durata di questi viaggi fa sì che persone che si fossero eventualmente imbarcate mentre la malattia era in incubazione manifesterebbero i sintomi durante la navigazione”.

La paura che l’epidemia di Ebola possa giungere in Europa ha inevitabilmente posto l’attenzione dell’intera comunità europea sugli sbarchi di immigrati clandestini che in migliaia stanno raggiungendo le coste italiane in fuga dagli orrori della propria terra. Se invece l’Ebola non giungesse dal mare ma da un elegante volo di linea proveniente dall’Africa? In base allo stato di allerta messo in atto dall’Oms, i Paesi colpiti dovranno provvedere ad eseguire test di controllo sui passeggeri in partenza, ma solo per quelli che presentino sintomi come la febbre. La possibilità quindi che una persona infetta possa varcare i confini africani, presentando i primi sintomi solo dopo venti giorni dal contagio e aver messo piede in un altro continente è più che probabile e per nulla remota.

Per l’Oms resta in ogni caso basso il rischio che l’epidemia possa estendersi in altri Paesi ed è lo stesso segretario generale dell’Oms Chan ad affermare che non è necessario interrompere i voli dai Paesi colpiti. Chan ha affermato: “Abbiamo invitato i governi dei paesi colpiti a spiegare alle compagnie quali sono le misure messe in atto. Se le precauzioni che consigliamo sono seguite alla lettera il rischio è veramente minimo. Interrompere i voli rischia di mettere in ginocchio le economie di quei paesi”.

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