Da noi impazzano le friggitorie mentre gli americani sembrano aver capito la lezione e cala il consumo di patate.
Uno studio recente del Dipartimento dell’agricoltura americano riportato dal “Wall Street Journal” ha rilevato un netto calo di consumo di patate tra gli statunitensi. La patria del fast food, dei grandi obesi e del cibo spazzatura ha, da qualche anno, decretato un cambiamento di rotta per quel che riguarda le abitudini alimentari della popolazione. Attualmente si stima un consumo annuo pro capite di patate di circa 23 chilogrammi, contro il 25% in più registrato nel 1996, anno in cui il consumo del tubero era al suo apice.
Sembrerebbe che gli americani abbiano di recente acquisito la consapevolezza dei benefici di una corretta alimentazione, decretando una vera e propria battaglia ai carboidrati e allo “Junk food”, di cui ancora oggi portano alta la bandiera. Intanto le diete più in voga nel Nuovo Mondo pare abbiano dichiarato guerra ai carboidrati sotto qualsiasi forma in favore di centrifugati di frutta e ortaggi, venduti in appositi bar che si stanno diffondendo a macchia d’olio nell’intero paese.
In controtendenza, qui a Napoli, e in Italia in generale, si aprono friggitorie specializzate nella preparazione di patatine fritte in tutte le salse (vai all’articolo): nella patria del buon cibo, della dieta mediterranea e del culto della tavola si inizia a preferire il cibo veloce e poco salutare.
I bambini le prime vittime di questo “dirottamento alimentare”: da uno studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica JAMA Pediatrics è venuto fuori un quadro allarmante. Su circa 5.700 bambini tra i 2 e i 6 anni di età visitati tra il 2011 ed il 2012 da pediatri della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), circa 600 (il 10%) ha sviluppato sovrappeso o obesità’ nell’ultimo anno; per il 40% dei piccoli che hanno potuto sostenere un prelievo di sangue è stata rilevata un’anomalia metabolica (colesterolo alto, pressione alta, glicemia elevata).
Sconcertante il quadro che si prospetta, soprattutto alla luce delle nuove mode alimentari che si stanno diffondendo nel paese. Una volta un pezzo di pane bagnato condito con un filo d’olio era uno snack o, spesso, un pasto salutare ed economico, che permetteva di riciclare il pane secco e di saziare a costo zero. Sarebbe auspicabile tornare ad imparare dai nostri antenati, piuttosto che imitare chi pensiamo che sia più “avanti” di noi.