Proseguono all’Accademia di Belle Arti di Napoli gli appuntamenti del quarto ciclo di Incontri di Filosofia a cura di Daniela Calabrò docente di filosofia teoretica presso l’Università di Salerno e di Dario Giugliano docente di estetica dell’Accademia
Il tema di questo ciclo è la questione del pensiero poetante in una prospettiva mediterranea. Dopo l’incontro con Massimo Donà, dello scorso dicembre, domani alle ore 11.00 nell’Aula Magan si terrà la lectio di Matteo Palumbo, Professore ordinario di letteratura italiana all’Università “Federico II” di Napoli.
Leopardi sarà una figura chiave di questo ciclo di incontri. Il titolo Il pensiero poetante, infatti, ricalca quello dell’omonimo fortunatolibro di Antonio Prete, in cui si affronta il problema della riflessione teoretica di Giacomo Leopardi. Nello stesso tempo, i curatori ricordano come la stessa espressione di “pensiero poetante” costituisca un aspetto determinante della riflessione del filosofo tedesco Martin Heidegger in ideale colloquio con la poesia di Hoelderlin. La prospettiva, però, da cui si vuole gettare luce sulla questione del pensiero poetante non vorrà essere quella nordica, tedesca, ma italiana e mediterranea, proprio a partire da Leopardi cioè da un pensiero della vita e dell’agire comunitario, vale a dire da un pensiero, nel senso più alto del termine, “politico”. E politica finisce per essere la scelta di dedicare a un tema del genere gli incontri di filosofia all’interno di un’istituzione di alta formazione come un’Accademia di Belle Arti. Da sempre, infatti, un luogo comune ritiene che nelle Accademie d’arte non possa trovare ospitalità la riflessione teorica e, conseguentemente, la ricerca. Le Accademie d’arte, si dice, sono il luogo del fare, mentre ricerca e pensiero hanno altrove (nei dipartimenti universitari) la loro sede naturale. Uno degli obiettivi principali di questi incontri sarà, quindi, anche quello di portare a riflettere sulle aporie di questa opinione comune, rivendicando le “ragioni” di un pensiero poetante, appunto, che per quanto si differenzi da un pensiero raziocinante di tipo logico, non sarà, rispetto a questo, meno rigoroso e denso di ricadute sul piano della ricerca e della possibilità, in generale, di orientarsi nel mondo.