La mostra Il Bello o il Vero, un viaggio unico, tra arte e tecnologia

Un percorso incentrato sulla scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento con opere provenienti da musei pubblici e collezioni private. Dal 7 febbraio al 31 maggio al Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore

victa Francesco IeraceLa mostra Il Bello o il Vero, curata da Isabella Valente e allestita nella straordinaria sede del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, non è semplicemente un’esposizione di opere scultorie di grande importanza e bellezza, ma è anche un viaggio unico, tra arte e tecnologia. Grazie alla presenza di circa duecentosettanta sculture di dimensioni e tipo diversi, è la mostra più grande mai realizzata dedicata alla scultura ottocentesca in Italia.

La scelta di delineare un percorso incentrato sulla scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento risponde all’esigenza critica di riportare alla luce un paesaggio artistico che andò formandosi in un periodo storico particolarmente complesso ma ad un tempo straordinariamente ricco e moderno, le cui tracce sono rimaste sepolte troppo a lungo, a margine della storiografia e tralasciate dalle occasioni espositive. La mostra Il Bello o il Vero, dunque, segue un’impostazione metodologica precisa, con opere provenienti da musei pubblici e collezioni private, che dimostrano quanto il panorama della scultura napoletana del tempo fosse caratterizzato sì da una forte connotazione territoriale, ma egualmente aperto al confronto con gli altri paesi europei.

Con questa mostra, Napoli colma finalmente una profonda lacuna degli studi moderni, riscoprendo un arco temporale cruciale della propria storia e di quella italiana. Un contesto di grande vivacità creativa che, nella scultura, trovò il mezzo più adatto ad esprimere la nuova sensibilità moderna. Il forte impulso verso il realismo, a scapito dell’idealizzazione formale di ascendenza classica, fu dato per primo in Italia da Stanislao Lista, maestro di due intere generazioni di grandi personalità. Tutta la nutrita schiera degli allievi di Lista – da Vincenzo Gemito ad Achille d’Orsi, da Giovan Battista Amendola a Raffaele Belliazzi, da Francesco e Vincenzo Jerace a Costantino Barbella, da Filippo Cifariello a Giuseppe Renda etc. – fu eccezionale protagonista del panorama culturale, non solo napoletano, della seconda metà del secolo e almeno dei primi vent’anni del successivo, generando spesso orientamenti innovativi seguiti poi nel resto d’Italia, ma anche influenzando i circoli europei.

Il Bello o il Vero vuole dare impulso alla riflessione della critica specializzata e del pubblico, mettendo in primo piano la qualità della ricerca, coniugando progresso scientifico, divulgazione della conoscenza e godimento estetico.

Il Bello o il Vero è anche un primo importante risultato di un’attività di ricerca che ha integrato rigore storiografico e completezza divulgativa. L’esposizione si arricchisce con la presenza di nuove tecnologie fruitive per la prima volta sperimentate in Italia, con applicazioni per smartphone e tablet, ricostruzioni in 3D e digitalizzazioni delle opere che non è stato possibile trasportare per problemi di fragilità e di dimensione o perché semplicemente inamovibili.

La gran parte delle opere è esposta per la prima volta. Molte di esse sono state prelevate da depositi, restaurate e quindi rese fruibili.

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