La selfite rischia di essere una vera e propria malattia. Alla base ci sarebbero disturbi psicologici legati al narcisismo e alla mancanza di autostima
Con 730 milioni di selfie all’anno gli italiani si aggiudicano un nuovo record nel gettonatissimo autoscatto. Secondo l’ultima ricerca dell’associazione Donne e Qualità della vita gli italiani trascorrono gran parte del proprio tempo a fotografarsi.
Che sia in compagnia di una star, dei propri amici o di un bel panorama, il selfie è diventato una vera e propria fissazione. Il team di psicologi di Donne e Qualità della vita, guidato da Serenella Salomoni, ha stimato che nel nostro Paese vengono scattati oltre 2 milioni di selfie al giorno.
Tra gli intervistati il 65% ha dichiarato di non aver saputo resistere alla selfie mania e di essersi concesso almeno un autoscatto nella propria vita. I luoghi più quotati per il 40% di loro restano i monumenti e i palazzi storici. In primis il Colosseo che si aggiudica il titolo di monumento più “selfato” con una percentuale del 16%. Subito dopo sul podio si piazzano il Duomo di Milano, che con l’Expo in atto ha registrato un boom di selfie (14%), e la Torre di Pisa (12%). Mentre il Ponte dei Sospiri di Venezia (11%) e il David di Michelangelo a Firenze (9%) guadagnano le posizioni successive.
Sembra quasi che fotografarsi dovunque e in qualunque momento più che una semplice moda sia una vera e propria malattia. Ma perché si sente questo bisogno di ritrarsi continuamente? Le risposte degli psicologi non sempre sono concordanti, ma rivelano che sotto un fenomeno in apparenza banale si nascondono motivazioni più serie.
Secondo un recente studio della California State University alla base della mania di scattarsi selfie ci sarebbe un forte narcisismo. Si tratta di un reale disturbo della personalità che consiste nel sentire l’esigenza di ricevere ammirazione. Quale luogo migliore allora dei social network dove basta un semplice click per postare una propria foto, ricevendo tanti “like” quanti bastano ad alimentare il proprio ego.
Tra i narcisisti 2.0 a scattarsi più selfie e a pubblicarli online sembrano essere gli uomini. La Ohio State University in uno studio pubblicato sul Journal Personality and Individual ha intervistato 800 uomini tra i 18 e i 40 anni. Attraverso dei questionari online sulle proprie abitudini in materia di autoscatti e sull’autostima, è risultato che gli uomini selfie-addicted presentano una spiccata predisposizione ai disturbi psicologici e in particolare al narcisismo.
Per gli esperti dell’American Psychiatric Association invece la cosiddetta selfite, ovvero la malattia di scattarsi selfie, sarebbe da ricondurre ad una mancanza di autostima. Il bisogno di accettazione e la necessità di ricevere rassicurazioni sul proprio aspetto fisico e sulla qualità della propria vita allora sarebbero la molla che spinge al selfie compulsivo.
Come per ogni malattia gli studiosi hanno individuato diversi stadi: si va dal malato di selfie borderline, che scatta circa tre foto al giorno senza condividerle, al malato di selfite acuta, che invece sente il bisogno di pubblicarle sui social, fino ai casi di selfite cronica, che si scattano più di sei selfie al giorno, ovviamente per pubblicarli online.