La scienza medica al servizio dell’archeologia. Il progetto è finalizzato a definire età, patologie ed abitudini alimentari degli antichi pompeiani
Nell’ambito del grande cantiere di restauro e valorizzazione dei calchi delle vittime di Pompei, avviato nel mese di agosto e che ha visto per la prima volta nella storia degli scavi, condurre un intervento di restauro simultaneo sulla quasi totalità dei calchi pompeiani (in totale 86), provenienti dai vari edifici dell’area archeologica e dai depositi della Soprintendenza, si avvia in questi giorni un’ulteriore fase di studio e approfondimento.
L’INDAGINE TOMOGRAFICA – Gli scheletri delle vittime della tragedia del 79 d.C., inglobati nel gesso, saranno indagati, attraverso il supporto scientifico della Tac (Tomografia Assiale Computerizzazione multistrato), grazie a un’apparecchiatura di ultima generazione messa a disposizione dalla Philips Spa Healthcare.
Il progetto, per la prima volta praticato e dall’alto valore scientifico, è finalizzato a individuare età, patologie mediche, abitudini alimentari e stili di vita degli antichi pompeiani e interesserà tutti quei calchi sui quali per dimensione e condizioni sarà possibile praticare la TAC.
I calchi su cui si effettuerà lo studio tomografico total body, verranno selezionati tenendo conto che l’apertura massima del bore di scansione dell’apparecchiatura è di 70 cm. Per i calchi che presentano posizioni degli arti che superano questa misura, verrà comunque effettuata la scansione del cranio e del torace.
L’obiettivo dello studio radiologico è quello di acquisire immagini volumetriche multistrato dell’interno dei calchi e ricostruirle con potenti server dedicati alla diagnostica per immagini cliniche. La densità del gesso utilizzato per la tecnica del calco si presenta molto variabile nel tempo, basti pensare che i primi calchi risalgono al 19° secolo. Tale densità simile a quella delle ossa che hanno quasi 2000 anni, costituisce un ostacolo da affrontare nella post elaborazione dei dati ottenuti con la moderna tecnologia evoluta.
L’apparecchiatura utilizzata è una moderna TAC da 16 strati modello MX16 con un potente tubo radiogeno da 5.0 MHU che può effettuare scansioni volumetriche total body in soli 100 secondi. Dispone anche di uno speciale algoritmo di acquisizione per eliminare gli artefatti causati da corpi metallici (M.A.R.) sulle immagini. Normalmente viene utilizzato per gli esami effettuati su pazienti portatori di protesi, utilissimo anche in questo ambito per eliminare gli artefatti degli elementi metallici di rinforzo inseriti dagli archeologi nei calchi. Verrà installato un sistema di post elaborazione Philips Intellispace Portal, dotato di specifici software per le ricostruzioni 3D degli scheletri e delle arcate dentarie.