Maxi sequestro alla società ”Rizzo-Bottiglieri-De Carlini armatori spa”, una delle più note dello shipping. La GdF ha eseguito un decreto emesso dal gip, dopo indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, per 28,7 milioni di euro. Sotto chiave sono finiti beni immobili, denaro e altre liquidità nelle disponibilità degli armatori. Le indagini hanno avuto inizio con l’esecuzione di una verifica fiscale per società di Torre del Greco
Napoli, 5 ottobre – Beni per circa 28,7 milioni di euro sono stati sequestrati su mandato del gip di Torre Annunziata a una famiglia di armatori del Napoletano. Tra i beni sequestrati ci sono anche due ville a Torre del Greco e una in Abruzzo. Sigilli a beni immobili e liquidità per Giuseppe Mauro Rizzo, Michele Bottiglieri e per la moglie di quest’ultimo Rosaria Savastano. La “Rizzo-Bottiglieri-De Carlini armatori spa” è una delle più note nel settore dello shipping. L’indagine del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ha avuto inizio con l’esecuzione di una verifica fiscale nei confronti della società, che ha sede a Torre del Greco, nel cui ambito erano emerse rilevanti operazioni finanziarie effettuate con società di diritto estero.
Tra queste società figura la controllante della “RBD Spa”, ovvero la “LUXDYNAMIC S.A.” avente sede legale in Lussemburgo ma fiscalmente domiciliata in Italia, la quale ha omesso di dichiarare utili per oltre 37 milioni di euro, occultamente distribuiti ai soci attraverso il rimborso di un prestito obbligazionario privo di valide ragioni economiche. Per tale ragione, nel giugno 2014, già è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni nella disponibilità dei soci della “RBD Spa” per un valore di oltre 11,5 milioni di euro, tra cui immobili situati in Capri, Ischia e Milano.
Gli sviluppi delle indagini delegate al Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli hanno consentito di ricostruire l’origine dei redditi non dichiarati dalla “LUXDYNAMIC S.A.”. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, coordinati dal Procuratore Alessandro Pennasilico, si tratta di liquidità provenienti da un’altra società lussemburghese, la “MARINE TRADE S.A.” che è stata costituita dai soci della “RBD Spa” e da Michele Bottiglieri al solo scopo di effettuare investimenti speculativi nel settore dei derivati sui noli navali. All’esito di specifiche attività ispettive, sono stati ricostruiti in capo alla “MARINE TRADE S.A.” redditi sottratti a tassazione in Italia per gli anni d’imposta 2006-2008 per circa 120 milioni di euro e contestati, come proventi illeciti, i dividendi occulti da essa distribuiti agli indagati. Il sequestro odierno riguarda due ville a Torre del Greco, una a Pescocostanzo (Aq) e polizze assicurative di ingente valore. Giuseppe Mauro Rizzo è stato presidente dei giovani Armatori. La flotta Rdb conta 18 navi portaconteiner e petroliere, alcune delle quali tra le più moderne, realizzate da cantieri giapponesi.
D’altronde la stangata odierna era già prevedibile da tempo; infatti la società di armatori, fondata a Torre del Greco nel 1850, con il crollo verticale del business dei noli, uno degli storici armatori italiani ha subito un grosso rallentamento dell’attività, con una conseguente revisione del proprio perimetro aziendale. Perché la società che nel 2010 fatturava 437,4 milioni con un debito di 77,25 milioni, un risultato operativo di 62 milioni e un utile netto di 41,3 milioni, aveva avviato nel 2012 un tavolo di lavoro con i principali istituti bancari (Monte dei Paschi di Siena, Unicredit e Ge Capital-Interbanca) per definire la ristrutturazione sostanziale dell’intera esposizione debitoria. Un percorso non facile da completare in un difficilissimo momento di mercato, anche e soprattutto alla luce del fatto che il gruppo guidato dal presidente e amministratore delegato Grazia Bottiglieri negli ultimi anni aveva avviato un robusto piano di ammodernamento della flotta investendo, a partire dal 2008, quasi un miliardo di dollari per comprare tra le 17 e le 19 navi attive in particolare nel trasposto di carichi secchi (dry bulk). Le ipotesi, secondo quanto appreso in ambienti finanziari da MF-Milano Finanza, sulle quali si confrontavano le famiglie Rizzo, Bottiglieri e De Carlini facevano riferimento al semplice riscadenziamento e allungamento dei termini del finanziamento bancario, con l’alternativa di vendere alcune delle imbarcazioni della flotta, ma in questo caso vista la congiuntura negativa dei mercati e del settore il rischio era che queste cessioni avvenissero a sconto e con la registrazione in bilanci di importanti minusvalenze.
A fine 2012 la società fu schiacciata da un debito bancario che ammontava a 680 milioni di euro.