“Tiriamo a CAMpare”. Ma il Direttore del Cam (Contemporary Art Museum) di Casoria, Antonio Manfredi, non ci sta: “Bruceremo altre opere”.

In partenza per il Galles, domenica 13 maggio sarà a Liverpool e forse anche a Manchester, per incontrare gli artisti dell’Organizzazione Internazionale CAM Art War, il Direttore del Cam, non rinuncia a lasciarsi intervistare.

C’è qualcosa che desidererebbe comunicare a coloro che la seguono?

“Perché devo costringere i cittadini di Casoria a tenersi il Museo, se non lo vogliono?”

Dottor Manfredi, visto che risponde ponendosi una domanda, si dia anche la risposta.

“Ho ricevuto rarissime attestazioni di attenzione. Qui è tutto pseudo: pseudopolitici, pseudoassociazioni, pseudopartiti, pseudogruppi, pseudoconvegni (l’elenco continua n.d.r.); questa è una pseudocittà, pseudoCasoria, la città che non esiste.”

Avverto un forte pessimismo; ha perso ogni speranza?

“No. Se andrà tutto bene, il Cam si muoverà  da Casoria. Sono amareggiato semplicemente, perché perdo la battaglia di civiltà che conduco da anni per la città in cui sono nato, ma che non è  quella che mi raccontavano i miei genitori.”

Lei, in sostanza, cosa chiede?

“Quello che mi sta a cuore è il concetto, l’idea del Cam, che non è quella di un semplice Museo, ma il desiderio di fare arte e cultura dal basso, per il bene della collettività. Ma in modo programmato e serio, non tirando a campare e, comunque, disposto ancora a fare sacrifici, ma non in questo stato di totale abbandono. O dentro o fuori.”

Terminata la nostra conversazione, ringraziato il direttore Manfredi per la sua straordinaria disponibilità e nel salutarlo gli ho detto: faccia cose buone.

Ha risposto: Sì, bruceremo altre opere. L’oggetto finale della produzione artistica è l’opera d’arte, unica e intoccabile, un’estensione dell’autocoscienza umana, intesa come comprensione del sé e della società di riferimento. Cancellarla con il fuoco significa negarne la sacralità, quasi un gesto vandalico che ne modifica il significato iniziale e che la trasforma in veicolo di protesta sociale. Se a farlo sono gli stessi artisti, il gesto diventa rivoluzione: CAM Art War. E’ la rivoluzione pacifica degli artisti e degli intellettuali che portano avanti la propria battaglia contro l’omologazione delle culture e contro le spaventose disuguaglianze sociali che ha creato il mercato globale.”

Ascoltando Manfredi, ci ricordiamo inevitabilmente del Trattato Primo del Convivio di Dante Alighieri. La prima opera scritta in forma bilingue, in latino e in volgare. Nel Convivio, Dante invita tutti, dotti e non, ad attingere al banchetto della cultura e saziarsi: scrivendo in latino. Quel cibo sarebbe stato difficile da digerire, per coloro che non avevano avuto la fortuna di studiare.

E anche il dottor Manfredi ha ripetuto diverse volte che la sua idea è stata, da sempre, quella di fare arte-cultura dal basso. La cultura è come il pane che accompagna i cibi e li rende più saporiti. Una riflessione. Molte sono le critiche ai roghi delle opere messi in atto fino ad oggi e ci chiediamo: come mai nessuno ferma questo scempio? Siamo tutti cittadini di pseudoCasoria.

 

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