Caso De Luca, il manager ospedaliero Guglielmo Manna intercettato: “Non faccio il direttore? Lui non farà il presidente della Regione”

Trapelano le telefonate di Manna alle persone ritenute intermediari con lo staff di De Luca

De Luca stampaRoma, 13 novembre – Dopo gli sms di cui vi abbiamo reso conto ieri (vai all’articolo), dalle carte dell’inchiesta che vede coinvolto il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, la giudice Anna Scognamiglio e il marito – il manager ospedaliero Guglielmo Manna –, il capo segreteria dimissionario Nello Mastursi e altre persone – avvocati che avrebbero fatto da tramite tra lo staff di De Luca e la giudice –, trapelano nuove intercettazioni. Questa volta non si tratta di sms ma di telefonate intercettate dagli inquirenti.

Il 20 agosto, prima della decisione dell’11 settembre per la quale sua moglie si sarebbe espressa sul ricorso presentato da De Luca contro la sospensione ai sensi della legge Severino, Manna parla con l’avvocato Gianfranco Brancaccio – considerato tra gli intermediari – e dice: “Vediamo chi si fa male però. Io non faccio il direttore generale e va bene, però lui non farà il presidente della Giunta regionale. Io – prosegue Manna – perdo 5 e lui 100”.

Si tratta di intercettazioni che per gli inquirenti suffragano la loro ipotesi di reato, ovvero che la giudice Scognamiglio “abusando della sua qualità e dei poteri decisionali nella suddetta controversia giudiziaria, in concorso con il coniuge Guglielmo Manna e con gli intermediari Giorgio Poziello e Gianfranco Brancaccio, minacciando Vincenzo De Luca, per il tramite di Giuseppe Vetrano – ex coordinatore delle liste a sostegno del medesimo – e di Carmelo Mastursi – capo segreteria ed assistente del presidente della Regione Campania – di una decisione a lui sfavorevole da parte del Tribunale con conseguente perdita della carica ricoperta, inducevano il medesimo – cioè De Luca – a promettere a Manna la nomina ad una importante carica dirigenziale nella sanità campana”.

Altra intercettazione al vaglio degli inquirenti è quella tra Poziello – ritenuto l’altro intermediario – ed un suo interlocutore, che usa un telefono intestato a Virgilio Barbati ma che, al momento, non è stato ancora identificato dalla polizia. Dal tenore del colloquio si capisce che è a conoscenza della situazione. Poziello parla della sentenza, di cui sono uscite le motivazioni. “Quello che ti ho detto ieri sera è uscito ed è stata mantenuta la promessa”, dice Poziello. E l’interlocutore risponde: “Loro mantengono la loro? Incrociamo le dita”. Subito dopo Poziello fa ancora una telefonata, stavolta chiama Carmine Carignani e gli dice: “Ti ricordi quando io ti parlai di Guglielmo, la moglie di Guglielmo? Tutto a posto, hai visto?”.

Il 2 agosto gli inquirenti registrano un’altra telefonata. Manna chiama sua sorella e gli dice di essere stato convocato in Regione per il giorno successivo. La sorella gli chiede cosa si aspetti e lui dice: “Ho chiesto fuori Napoli, tipo Caserta, Avellino, Benevento…vorrei scansare la camorra”.

Anche De Luca parla di nomine nelle Asl. Il 6 agosto riceve una telefonata dal consigliere per la sanità Enrico Coscioni, che gli chiede: “Domani non facciamo niente? Ma Salerno facciamo?”. De Luca risponde: “Facciamo solo Salerno, voglio fare solo Salerno domani. Per ragioni simboliche oltre che funzionali, perchè se no ci sputano in faccia”.

Il primo settembre Brancaccio telefona a Manna e gli dice: “Willy senti io avrei bisogno del tuo curriculum però con grossa urgenza. Tu che l’hai sul computer di casa o in ufficio”?. E Manna: “Sì, anche sul computer di casa. Ce l’ho anche su quello di Anna – la giudice Scognamiglio –. Aspetta te lo posso mandare subito”. Gli inquirenti annotano che il curriculum doveva essere inviato all’indirizzo di posta elettronica di Vetrano, che era stato in Regione, dove aveva incontrato “con certezza Mastursi” pochi minuti prima della telefonata tra Brancaccio e Manna. La telefonata tra i due si interrompe. Ma poco dopo c’è un nuovo contatto. È Brancaccio, che richiama e dice: “Bello, hai mandato?”. Manna: “Mandato, perchè tenevo quello là che avevo fatto la domanda per direttore generale. Gli ho mandato direttamente quello. Se lo vuoi telefonare…gli dici che gliel’ho mandato con la posta di Anna”.

De Luca, che è indagato con l’accusa di concussione per induzione, si difende. Ai microfoni del quotidiano Il Mattino, dice: “Ancora oggi non so di cosa si stia parlando. Sappiamo da voi che c’è un certo Manna che chiedeva incarichi alla mia segreteria. In un’amministrazione come la nostra c’è un’invasione di persone che si propongono. E’ una valanga. Cento, mille persone. Qualcuno voleva presentarsi e fare millantato credito”. Poi aggiunge: “Nel mio ruolo c’è un’invasione di richieste. Se ti chiudi, manchi di rispetto ai cittadini. Se ricevi, ti esponi a un rischio. La mia lettura è questa: fra le centinaia di richieste di colloqui ci sarà stata anche quella di Manna. Da lì in poi non so assolutamente niente”.

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