Depositate in Senato proposte di modifica al ddl, che sarà votato a partire dal 28 gennaio. Partito Democratico e Forza Italia dovrebbero lasciare “libertà di coscienza” ai propri parlamentari. Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana verso il voto senza modifiche
Roma, 23 gennaio – Sono circa 6mila gli emendamenti presentati al ddl Cirinnà, che sarà votato dall’aula del Senato a partire giovedì 28 gennaio. Cinquemila di questi sono stati presentati dalla sola Lega Nord. Trecento da Forza Italia. Una sessantina dal Pd, tra i quali ci sono anche i 9 dell’ala più cattolica del partito. Numeri che fanno capire come sulla legge per le unioni civili ci sarà una vera e propria battaglia parlamentare.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha confermato che l’esito del voto sarà imprevedibile. “Siamo rimasti l’unico Paese dei 28 – ha detto Renzi – senza una disciplina sulle unioni civili. È fondamentale che si chiuda cercando il più possibile di ascoltarsi e rispettarsi ma poi si sappia che ad un certo punto si vota e sui temi etici ci sarà libertà di coscienza come doveroso che sia. Il compromesso non è lo strumento per non arrivare a chiudere. Sono giuste tutte le posizioni ma si sappia che per il Pd la riforma non è più rinviabile”. Se il Pd lascerà libertà di coscienza, la stessa è già stata assicurata ai parlamentari di Forza Italia da Silvio Berlusconi.
Il Movimento 5 Stelle ha annunciato il proprio sì al ddl, a patto che “il testo non venga depauperato”. Se rimarrà com’è, i 5 Stelle lo voteranno. Ma se dovesse cambiare, spiegano, allora servirà una valutazione supplementare per decidere il da farsi.
Contrario a modifiche anche il gruppo parlamentare Sinistra Italiana, che sottolinea come “il ddl Cirinnà sia già un compromesso rispetto ad una impostazione che in Europa va da un’altra parte: adozioni gay e matrimoni egualitari”.
Tra i 67 emendamenti presentanti dal Pd, solo una dozzina di questi riscrive la legge. Sono quelli presentati dal capogruppo dem Beppe Lumia e servono a tentare una mediazione tra il fronte laico del Pd e l’ala cattolica. Tra le proposte firmate da Lumia, c’è quella che modifica le norme sulla cosiddetta stepchild adoption. Viene introdotta la procedura per cui sarà “in modo esclusivo” il giudice dei minori a valutare se sono preminenti i vantaggi per il bambino. La stepchild adoption non sarà quindi automatica ma affidata alla valutazione del giudice minorile. Gli altri emendamenti presentati da Lumia mirano a rendere più chiaro il testo della legge, in riferimento a tre diversi istituti: matrimonio, unioni civili e convivenze di fatto.
Troppo poco per i cattolici, che ribadiscono il divieto di utero in affitto, anche per i cittadini italiani che sono ricorsi a questa pratica all’estero. Così, se il bimbo non risulta figlio biologico di nessuno dei due, rischia di finire nelle mani del giudice minorile e poi in adozione. E se anche il bimbo fosse figlio biologico di uno dei due genitori, la coppia rischia il carcere fino a due anni e una multa che va dai 600mila euro a un milione di euro.
La legge a Palazzo Madama dovrebbe contare su almeno 165 sì. Ma l’approvazione è incerta, perché le votazioni saranno a scrutinio segreto. E ad aumentare l’incertezza, c’è il fatto che Pd e Forza Italia lasceranno libertà di coscienza ai propri parlamentari.