Teatro Elicantropo presenta “Il Grigio” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

Dal 21 al 24 aprile al Teatro Elicantropo, Teatro In Fabula, in scena per gentile concessione della Fondazione Gaber

Antonio_PiccoloDopo il recente successo di pubblico e critica de L’uomo di fumo al Piccolo Bellini di Napoli, la giovane compagnia torna con un nuova produzione che riprende la tradizione del teatro canzone e sceglie di presentarlo nel luogo dove è nata e si è formata artisticamente.

Il grigio è l’unica opera di sola prosa, senza canzoni, del repertorio teatrale di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. È andato in scena per la prima volta nel 1988. Cerrone e Piccolo, però, sposano l’atteggiamento che Gaber stesso ha avuto per il proprio repertorio dagli anni ’90 in poi e decidono di attuare una lieve commistione con il repertorio del Teatro Canzone: tre brani, ossia Il dilemma, Quello che perde i pezzi e C’è solo la strada, conquistano il loro spazio nella messa in scena senza scavalcare la drammaturgia, ma anzi suggellandone il senso e lo spirito.

LA STORIA – “Certo, cercavo di capire cosa fosse Lui per me, ma non sapevo più neanche se esisteva, o se era tutto nella mia immaginazione. Sentivo solo che era… qualcosa di enorme. Era tutto: il bene, il male, il mistero, l’universo, la mia vita, me stesso, tutto”. Un artista in crisi per la mediocrità della propria vita decide di allontanarsi da tutte le sirene del mondo, in cerca di silenzio e di indipendenza. Trasloca in una casa di periferia tutta bianca, circondata dal verde: l’ideale per rimettere a posto i pensieri e raddrizzare la strada di fronte a sé.

L’isolamento si rivela però un’illusione. Innanzitutto, i suoi propositi sono disturbati dall’osservazione della villetta accanto; in più, è continuamente disturbato dalle visite della compagna, della ex fidanzata, del fratello e di chissà chi altro. E poi, compare un topo. Grigio. Un topolino di campagna? Forse. Ma incredibilmente tenace e intelligente. La sua resistenza a tutte le trappole e tutti i marchingegni ne ingigantisce l’importanza, tanto da trasformarsi da fuggitivo in persecutore. E i pensieri? Chi li rimette a posto? Dov’è l’isolamento? Dove il sogno di indipendenza?

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