Lunedì 20 giugno, un seminario di studio su Leopardi e la cultura cattolica napoletana, con la partecipazione del Sottosegretario per i beni e le attività culturali e di Carmine Matarazzo, autore del libro “Per una rivoluzione del cuore”. Al termine del seminario, inaugurazione di una mostra documentaria sul “giallo” della morte e della sepoltura del poeta
Pozzuoli, 16 giugno – Incontrare e ripercorrere due esistenze molto diverse tra loro, quella del nobile poeta-filosofo recanatese Giacomo Leopardi e quella del prete-filosofo neotomista napoletano Gaetano Sanseverino, indagando sulle rispettive concezioni dell’umano chiaramente divergenti. Si può riassumere così lo scopo dichiarato dell’ultimo libro di Carmine Matarazzo, opera dall’eloquente titolo: Per una “rivoluzione del cuore”. La visione dell’umano di Giacomo Leopardi nella lettura critica di Gaetano Sanseverino tra antropologia cristiana e istanze pastorali (Alessandro Polidoro Editore, Napoli, pp.173). Un obiettivo che l’autore raggiunge e supera ampiamente, perché nel rappresentare l’incontro-scontro a distanza tra queste due grandi personalità – una celeberrima, l’altra nota per lo più agli addetti ai lavori – ricostruisce la temperie culturale, sociale e politica del XIX secolo, con una particolare e doverosa attenzione al fermento culturale nel meridione d’Italia e nella sua città più rappresentativa.
L’EVENTO – Questo lavoro sarà presentato al pubblico il prossimo 20 giugno, a partire dalle 17.30, presso l’auditorium intitolato al Cardinal Alfonso Castaldo in via Campi Flegrei a Pozzuoli, alla presenza dell’onorevole Antimo Cesaro, sottosegretario per i beni e le attività culturali. Per l’occasione avrà luogo un seminario di studio sul tema “Giacomo Leopardi e la cultura cattolica a Napoli nel XIX secolo”, che vedrà avvicendarsi al tavolo dei relatori personalità di spicco del mondo accademico campano e non solo, sotto la direzione del Vescovo di Pozzuoli Monsignor Gennaro Pascarella, che presiederà e concluderà gli interventi.
IL LIBRO – La città di Napoli è il trait d’union tra i due “protagonisti” del libro, le cui vite si intersecano cronologicamente nella capitale del regno borbonico, dove il Conte Leopardi giunge il 2 ottobre 1833 all’età di 35 anni, quando Gaetano Ignazio Maria Sanseverino ha solo 23 anni e frequenta ancora il Seminario Urbano, e dove muore e trova sepoltura nel 1837, quando il Sanseverino, ormai presbitero, avrebbe avuto secondo alcuni biografi i suoi primi contatti con il mondo accademico. Ma la città non è solo sfondo e cornice del confronto tra queste due straordinarie esistenze: attraverso le fibrillazioni delle sue diverse compagini culturali e correnti di pensiero, la Napoli dell’800 fornisce quell’humus fertile in cui il confronto si radica. Una realtà esposta esaustivamente dall’autore in diversi punti del volume, ma particolarmente approfondita nel primo capitolo, intitolato non a caso Il poeta Leopardi a Napoli e il giovane presbitero Sanseverino.
LA MOSTRA – E il “giallo” della presunta conversione in punto di morte del poeta recanatese, nonché quello che aleggia sulle vicende che hanno interessato la sua salma e i relativi trasferimenti saranno al centro della mostra documentaria “La morte e la sepoltura di Giacomo Leopardi a Napoli tra dubbi e mistero”, che sarà inaugurata nella stessa serata, al termine del seminario di studio. La mostra, curata da Fabio Cutolo, raccoglie documenti e testimonianze dell’archivio storico diocesano di Pozzuoli.