La camera ardente sarà allestita nel foyer del Piccolo teatro Strehler domani dalle 12, in piazza Duomo a Milano, si terrà una cerimonia laica

Milano, 13 ottobre – E’ morto Dario Fo. La notizia è stata diffusa in mattinata ed ha fatto subito il giro del mondo. Il grande attore e drammaturgo italiano, nonché scrittore, pittore, scenografo e premio Nobel per la Letteratura si è spento all’età di 90 anni all’ospedale Sacco di Milano dove era ricoverato da alcuni giorni.
La camera ardente sarà allestita nel foyer del Piccolo teatro Strehler domani dalle 12 a mezzanotte e poi sarà riaperta sabato dalle 8.30 fino a quando la salma sarà portata in piazza Duomo dove si terrà una cerimonia laica.
Dal Guardian alla Bbc, dal New York Times al Los Angeles Times, da Le Figaro a El Pais passando per la tv indiana Ntdv, tutti i media hanno riportato la scomparsa del premio Nobel. Il “giullare” della cultura italiana, come lui stesso amava definirsi, è stato attivissimo fino a quando è stato ricoverato 10 giorni fa in ospedale per problemi respiratori. “E’ stato un gran finale e se ne è andato”, così suo figlio Jacopo Fo ha commentato la scomparsa del grande artista a Rainews 24. “L’unica cosa sensata che posso dire – ha aggiunto – è che ha resistito e ha continuato a lavorare 8-9-10 ore al giorno fino a quando è stato ricoverato. Bisognerebbe metterlo nei prontuari medici. L’arte, la passione e l’impegno civile servono”.
Il 20 settembre scorso aveva presentato a Milano il suo ultimo libro “Darwin”. Questa estate aveva esposto a Cesenatico, al Palazzo del Turismo, i suoi dipinti ed opere grafiche. Cesenatico è stato per Fo e sua moglie Franca Rame, morta nel 2013 a 84 anni, una sorta di luogo di ispirazione artistica.
Aveva studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e dal 1950 cominciò a lavorare in Rai come attore e autore di testi satirici. Dopo il matrimonio con l’attrice Franca Rame la coppia si trasferì a Roma dove Fo lavorò come soggettista per il cinema. Insieme alla moglie fondò la Compagnia Fo-Franca Rame, recitando in fabbriche, piazze e case del popolo, dove trovava un pubblico diverso da quello tipico dei teatri che chiamava “borghese”.
Mistero Buffo è stato il suo capolavoro artistico. Portato per la prima volta, nel 1969, al teatro a La Spezia, Fo era l’unico attore in scena e recitava in un linguaggio teatrale che si rifaceva alle improvvisazioni giullaresche con una mescolanza di dialetti della Pianura Padana.
Dario Fo è stato attivista politico del Soccorso Rosso Militante, durante gli anni di piombo. Dario Fo e Franca Rame difesero pubblicamente Giovanni Marini, Achille Lollo (entrambi poi condannati), Giambattista Lazagna e Pietro Valpreda, come tra gli anni ottanta e novanta difenderà gli ex membri di Lotta Continua accusati dell’omicidio Calabresi: Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani e Ovidio Bompressi, accusati dal “pentito” Leonardo Marino. Sulla vicenda scrisse la commedia Marino libero! Marino è innocente!.
L’attore si è spento proprio nel giorno in cui è stato assegnato il Nobel per la letteratura 2016 a Bob Dylan. Il grande drammaturgo italiano fu insignito dell’onorificenza il 9 ottobre 1997, con la seguente motivazione: “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi“.