L’associazione, impegnata soprattutto nella creazione di format teatrali nati per valorizzare i luoghi storici di Napoli, ha fatto della visita teatralizzata il suo strumento principale per la diffusione della cultura partenopea e la riscoperta di quei siti monumentali depositari della storia di una delle città più ricche di patrimonio artistico e culturale al mondo
NarteA compie 10 anni di attività di promozione culturale sul territorio partenopeo. Ed ha voluto festeggiare l’importante traguardo proprio dove ha trovato casa, ovvero all’Archivio Storico del Banco di Napoli. “Chiacchiere e tabacchere e’ lignamm o’ Banco ‘e Napule nun ne ‘mpegna!” recita un vecchio detto partenopeo. Qui ci è stata data l’opportunità di seguire un’affascinante ricostruzione della storia di Napoli e delle vicissitudini di un popolo. Dalle tracce della peste del 1656, al passaggio di Caravaggio in città, la leggenda svelata del “Cristo Velato”, l’eruzione del Vesuvio del 1631 e la Grazia a San Gennaro, la tratta degli schiavi. Tutto raccolto nei conti trascritti nelle “fedi di credito” custodite presso questo particolarissimo museo.
Da settembre 2016, Nartea, dopo 10 anni di peregrinazioni teatrali, tra i luoghi più suggestivi di Napoli, trova finalmente una sede al Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, Il Cartastorie, con il quale avvia una collaborazione stabile: “Quando ci hanno convocato all’Archivio Storico del Banco di Napoli – spiega il direttore artistico di NarteA, Febo Quercia – prima dell’estate, per un incontro di conoscenza, non pensavamo affatto che l’intento fosse quello di inserire la nostra associazione in un progetto così importante”. “Per noi che siamo sempre stati girovaghi, era strano pensare di avere un punto fermo. Ma poi ci sembrò chiaro che il nostro lavoro aveva una stretta convergenza con quello che era il progetto del Museo, dove abbiamo trovato non solo accoglienza, ma anche nuovi spunti per il nostro lavoro artistico. E poi, dopo dieci anni di attività, una sede stabile così importante dal punto di vista culturale, ci è sembrato il giusto corollario del nostro lavoro”.
Nei suoi 10 anni di attività, l’Associazione NarteA ha dato vita ad oltre trenta format, tra visite, itinerari, cene teatrelizzate, spettacoli itineranti e una caccia al tesoro culturale nei maggiori siti storici di Napoli, coinvolgendo circa 40mila spettatori. Tutti i lavori sono stati ispirati dai luoghi nei quali sono andati in scena, perchè è in quei luoghi che sono depositate le storie, a volte nascoste e sotterrate dalla memoria, che NarteA recupera attraverso un certosino lavoro di documentazione, trasformandole in testi adatti alla divulgazione teatrale e affidandoli ad attori professionisti. Tra i lavori di maggior successo di NarteA, ricordiamo: Merisi, le verità dal buio, andato in scena al Pio Monte della Misericordia, sul periodo napoletano di Caravaggio; Moscati, un lampo nell’eterno presso la Farmacia Storica del Complesso degli Incurabili; e ancora Noi Vivi la Galleria Borbonica, per ricostruire le Quattro Giornate di Napoli; Echi della rivolta nella Chiesa e chiostro del Carmine e nella Chiesa e chiostro di Sant’Eligio; le visite guidate teatralizzate Figli d’ ‘a Madonna nella Real Casa dell’Annunziata, Fiamme e Ragione, al Complesso di San Domenico Maggiore, nell’ambito della manifestazione Maggio dei Monumenti 2013 e dedicato a Giordano Bruno. E tantissime altre iniziative con trentacinque siti storici coinvolti.
Tra le novità che NarteA propone al suo pubblico per il decennale della sua attività è previsto un nuovo spettacolo itinerante, dedicato alla figura di Caravaggio, che ruota intorno al mistero dei quattro quadri prodotti dall’artista a Napoli in soli 84 Giorni. Il carattere ribelle dell’artista, le sue abitudini non proprio virtuose e il suo costante bisogno di protezione, lo portano alla decisione di terminare velocemente le tre Madonne del Rosario commissionate dalla marchesa Colonna, dai Domenicani e dal mercante Niccolò Radolovich. Ma la sua fama a Napoli diventa sempre più grande e a questi lavori, da lui definiti squallida merce di scambio, si aggiunge la committenza delle Sette Opere Di Misericordia, da parte dei governatori del Pio Monte della Misericordia. Ha 84 giorni per consegnare tutti e quattro i quadri e consapevole di non potercela fare, decide di mettere la grande tela della Misericordia al centro della sua produzione, e le tele della adorazione ai margini. Come abbia fatto a realizzare le quattro tele in 84 giorni non si saprà mai, l’unica cosa certa è che oggi possiamo ammirare Le sette Opere della Misericordia al Pio Monte e una delle Madonne del Rosario a Vienna, ma quella di Vienna a quale committente appartiene?
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