Autismo: la burocrazia uccide la speranza. Gli approfondimenti di NapoliTime

La pubblicazione “Linee guida per l’autismo” del Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) suggerisce indicazioni, parametri, raccomandazioni tecniche operative elaborate attraverso il confronto di più esperienze e il riferimento della letteratura medica internazionale.

Ecco in breve il suo contenuto: l’Autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. Esso si esprime con ritardi o atipie nelle aree dell’interazione sociale reciproca e/o della comunicazione di idee e sentimenti e/o del gioco simbolico.

L’autismo è stato descritto in tutte le popolazioni del mondo, di ogni razza o ambiente sociale. Si configura come una disabilità “permanente” che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale, anche se le caratteristiche del deficit sociale assumono un’espressività variabile nel tempo. Si presenta con una prevalenza di sesso, in quanto sembra colpire i maschi in misura da 3 a 4 volte superiore rispetto alle femmine.

L’autismo attualmente è 3-4 volte più frequente rispetto a 30 anni fa. Probabilmente anche a causa di una maggiore definizione dei criteri diagnostici con inclusione delle forme più lievi (spettro autistico); della diffusione di procedure diagnostiche standardizzate; di una maggiore sensibilizzazione degli operatori e della popolazione in generale; e dell’aumento dei Servizi.

I bambini con disturbo autistico che sviluppano il linguaggio entro i 5 anni sembrano avere prognosi migliore, tuttavia dal disturbo autistico non si guarisce. Un’altissima percentuale (dal 60% al 90%) di bambini autistici, divengono adulti non autosufficienti, e continuano ad aver bisogno di cure per tutta la vita.

Le cause dell’autismo sono a tutt’oggi sconosciute, probabile il suo sviluppo per una serie di concause come l’eredità genetica, l’impermeabilità intestinale, sofferenza del feto durante la gravidanza. Anche se negli ultimi anni è stato verificato un legame causa effetto con alcuni vaccini, soprattutto quello trivalente (Morbillo, Rosolia, Parotite) e per lo sviluppo di una gastroenterite virale a seguito dell’inoculazione del vaccino (intorno all’anno e mezzo di vita del bambino).

A supporto di tali ipotesi sono nate diverse associazioni, comitati di genitori, diete e linee di pensiero. Alcune sostenute da concrete posizioni scientifiche (si faccia riferimento al Comilva – Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà delle Vaccinazioni, e al Condav – Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino), altre sostenute da argomentazioni scientifiche ancora da verificare e per questo motivo da valutare con opportuna attenzione (protocollo Montinari, dieta DAN, Omeopatia, terapia Chelante, etc.. etc..). In ogni caso, con le conoscenze mediche attuali, dall’autismo non si guarisce. Si può solo tentare di “normalizzare” l’autonomia del paziente.

La diagnosi è basata su criteri esclusivamente comportamentali e non esistono indagini strumentali e/o di laboratorio con significato diagnostico, né un marker che identifichi il disturbo. Ma l’orientamento medico generale, recepito ormai a livello internazionale, indica che l’intervento deve essere precoce e intensivo.

Nel prosieguo della nostra inchiesta sull’autismo, tenteremo di far luce sulle modalità d’intervento, l’importanza del fattore “tempo” e la fondamentale coordinazione tra la famiglia, il servizio di riabilitazione e la scuola.

 

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