Gentile direttore,
sono una docente precaria, e mi definisco vittima della Buona Scuola di Renzi. E non solo, non mi sento rappresentata da nessuna sigla sindacale. Mi chiedo spesso se ha ancora senso continuare a pagare l’iscrizione e le relative quote.
Purtroppo, tutti i sindacati a tutela del settore della scuola e dei docenti precari, abilitati e non, sono diventati centri di servizio, soprattutto studio legale e agenzie di aggiornamento. I sindacati scuola hanno ormai da tempo abbandonato la lotta e la battaglia sindacale, anche a favore dei docenti precari della scuola italiana, siano essi abilitati e non, e spesso si sono trasformati in burocrati dediti ai tavoli sindacali delle norme che la burocrazia ministeriale scrive con loro.
I sindacati dovrebbero essere associazioni a tutela dei lavoratori e dei docenti precari, con attività di mediazione fra lo Stato e i lavoratori, nello specifico, i docenti precari e non, e da cui riscuotono mensilmente ed annualmente le loro tasse di iscrizione, non rappresentare gli interessi delle amministrazioni di appartenenza, che è la controparte nelle vertenze. Se i sindacati vogliono essere credibili devono cominciare a rinnovarsi in trasparenza, democrazia e rappresentatività, devono tornare a fare da sindacato a fianco dei colleghi di tutta la categoria.
Anna Fasulo, coordinatrice gruppo docenti precari di seconda fascia