Muore all’ospedale Cardarelli, cadavere vicino al bagno

La Direzione del Cardarelli: “era in medicheria, riservata. Il paziente ha ricevuto il massimo rispetto, nella malattia e nella morte”

Napoli, 30 agosto – Un uomo giunto in codice rosso dal pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli muore nel corridoio di un reparto e sarebbe stato poi lasciato per alcune ore su una barella, in una medicheria,  il cui bagno è solitamente utilizzato dai pazienti e dei loro parenti. Una testimone – come riportato dall’ANSA – avrebbe segnalato il fatto che per usufruire del bagno connesso, i pazienti e i visitatori, sono stati costretti a passare davanti alla salma e ai parenti in lacrime. Dopo alcune ore, poi, il cadavere è stato trasferito.

In una nota della Direzione dell’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Antonio Cardarelli viene precisato quanto accaduto, in riferimento a quanto riportato da alcune testate online: “La salma non è stata mai ‘appoggiata’ nel bagno, come incautamente riportato da alcune testate online né tantomeno per tre ore. Il paziente, come sempre accade al Cardarelli, ha ricevuto il massimo rispetto, nella malattia e, purtroppo, anche nella morte”.

“Dopo il decesso, – prosegue la nota – per permettere la composizione della salma ed evitare che restasse nell’area di degenza, come del resto da prassi, si è provveduto al trasferimento nella medicheria del reparto. L’area in questione è inibita ai degenti ed è riservata esclusivamente al personale. La salma è stata poi prelevata alle ore 10,50 e trasportata all’obitorio”.

“Il paziente S.G., arrivato al pronto soccorso in codice giallo, alle ore 16,46 dello scorso 29 agosto, è stato ricoverato in chirurgia d’urgenza alle ore 20,30 della stessa serata”.

L’uomo, un ‘paziente in fase terminale’ – sottolinea ancora il comunicato – “è deceduto alle ore 10 di questa mattina dopo assistenza medica e rianimatoria iniziata dalle ore 9”. “La direzione strategica provvederà ad intraprendere ogni azione necessaria al fine di evitare che la distorsione dei fatti possa causare un danno di immagine all’azienda ospedaliera“, conclude la nota.

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