Rimborsopoli: Di Maio incontra “Le Iene” per parlare dello scandalo restituzioni

Il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha mostrato alle telecamere del programma “Le Iene” i bonifici da lui effettuati al fondo per il Microcredito. In Regione Campania, Ciarambino e Saiello, ricordano di aver accantonato 482mila euro dei propri stipendi, mentre De Luca non si sarebbe tagliato “un solo euro”

Napoli, 13 febbraio – Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle, ha incontrato quest’oggi l’inviato Filippo Roma della trasmissione “Le Iene”. Da un’inchiesta del programma di Italia1 è nato lo scandalo restituzioni, che ha fatto venire a galla il mancato taglio degli stipendi di alcuni parlamentari M5s. Di Maio ha mostrato alle telecamere di “Le Iene” tutti i bonifici da lui effettuati al fondo per il Microcredito. La somma versata è 150mila euro in cinque anni, che arrivano a 370mila euro con l’indennità per la carica di vicepresidente della Camera.

“Alcuni portavoce hanno violato le nostre regole e non hanno donato tutto quello che avrebbero dovuto – ha scritto Di Maio in un post su Facebook –. Un tradimento dei nostri principi e della fiducia dei nostri iscritti. Per questo saranno cacciati dal Movimento e si sono impegnati a rinunciare all’elezione. La stragrande maggioranza dei nostri portavoce hanno ottemperato gli impegni presi e infatti nel fondo per il microcredito ci sono oltre 23 milioni di euro. Abbiamo chiesto al MEF l’elenco completo dei bonifici e chi non risulterà in regola per me è già fuori. Non facciamo sconti a nessuno, tantomeno a noi stessi e pubblicheremo la lista completa”.

“Chi pensa di farci la morale – continua Di Maio – abbia la dignità di starsene zitto e andarsi a nascondere. Renzi, che non conosce la Storia italiana, ci ha paragonato a Craxi e al mariuolo Chiesa. Mario Chiesa venne colto in flagrante mentre accettava una tangente di sette milioni di lire, in seguito vennero scoperti suoi conti in Svizzera di miliardi di lire. Chiesa non era uno che restituiva poco, era uno che si fotteva tanto. Non mi stupisce che Renzi non comprenda la differenza. I suoi parlamentari non hanno restituito un centesimo. Si sono intascati milioni e milioni di euro a sbafo. Tutti i soldi che noi abbiamo messo lì dentro permettendo la creazione di oltre 7.000 imprese, loro se li sono messi in tasca. Ognuno di loro mentre milioni di italiani stanno in condizioni di povertà ha preso una media di 145mila euro a testa a cui avrebbero potuto fare a meno. Ingordi! Senza considerare il vitalizio, le auto blu, l’aereo blu, l’elicottero blu e tutti i loro osceni privilegi”.

“Hanno arraffato il più possibile L’unica cosa che Renzi ha restituito agli italiani è il traditore della Patria Silvio Berlusconi. Renzi come livello di promesse mancate è ben al di sotto delle nostre mele marce: aveva detto che se perdeva il referendum che aboliva il Senato si sarebbe ritirato dalla vita politica e oggi è candidato al Senato. È partito da rottamatore e si è ridotto a macchietta della politica. Da Renzi a Razzi il passo è breve”, ha concluso Di Maio.

In Regione Campania, nel frattempo, i consiglieri M5s Gennaro Saiello e Valeria Ciarambino, accusano il governatore Vincenzo De Luca, e i componenti della sua Giunta, di non essersi tagliati “un solo euro” del loro stipendio. “In due anni e mezzo sette consiglieri regionali campani hanno accantonato ben 482mila euro dal taglio dei propri stipendi, soldi confluiti in un conto corrente intestato al Gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle e gestito dal capogruppo e dal vice capogruppo in carica”, dichiarano Saiello e il capogruppo Ciarambino”. “L’età – aggiungono – comincia a far sentire il suo peso nella memoria del governatore. Ma nel rispetto che dobbiamo all’istituzione che ci pone la domanda, sentiamo di dovergli ribadire quanto già fatto appena cinque giorni fa. L’amministratore di questa Regione agli ultimi posti in ogni classifica di merito continua a sottolineare che i consiglieri del Movimento 5 Stelle non hanno mai restituito un euro”.

Dei 482mila euro accantonati, ricordano Saiello e Ciarambino, “106mila euro li abbiamo già destinati all’istituto Rampone di Benevento, danneggiato dall’alluvione del Sannio, per il ripristino delle aule multimediali e dei laboratori. Altri 33mila euro li abbiamo donati all’ospedale Loreto Mare per acquistare un ecografo e due concentratori di ossigeno, grazie ai quali sono state e continueranno ad essere salvate vite umane”.

“Se poi lo smemorato De Luca si riferisce a una banale leggina di un anno fa – proseguono Saiello e Ciarambino – , gli ricordiamo che si tratta di un provvedimento per il taglio volontario degli stipendi. Come Movimento 5 Stelle abbiamo invece proposto un taglio obbligatorio degli stipendi, ma l’avarizia della maggioranza in Aula ha prevalso sul buon senso e la proposta è stata bocciata. Le nostre restituzioni sono documentabili coi fatti e sono pubbliche. Lo stesso non si può dire della leggina di De Luca, dall’introduzione della quale, a quanto ci risulta, nessun consigliere, né lo stesso governatore, né tantomeno i componenti della sua Giunta si sono tagliati un solo euro. Ma è tale la trasparenza del governatore e del Pd che lo sostiene – concludono i due consiglieri M5s  –, che per avere contezza di conti che dovrebbero essere pubblici, siamo stati costretti a fare un accesso agli atti”.

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