Il corpo del giovane Vincenzo è stato ritrovato sezionato separando la testa e gli arti per seppellirlo più agevolmente
Napoli, 31 luglio – Lo ha prima ucciso e poi per occultare il corpo prima lo ha fatto a pezzi e poi cosparso di acido. E’ questa la tragica fine di Vincenzo Ruggiero, l’attivista gay ucciso lo scorso 7 luglio (vai all’articolo) nel Casertano. Il corpo è stato trovato in un garage adibito ad autolavaggio nel quartiere Ponticelli, periferia est di Napoli. A ritrovare il cadavere, al quale per ora hanno attribuito l’identità del 25enne, sono stai i carabinieri di Aversa.
“Si, l’ho ucciso io Vincenzo, perché aveva una relazione con il mio compagno: poi dopo ho caricato il cadavere in auto e l’ho gettato in mare a Licola”. Questa era stata la confessione resa ai carabinieri del reparto Territoriale di Aversa (Caserta) dopo il fermo di sabato scorso di Ciro Guarente – in foto con il trans Heven Grimaldi, all’origine della gelosia omicida –, con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere.
Ruggiero è stato ucciso e poi sezionato separando la testa e gli arti per essere poi seppellito più agevolmente. Si aggrava quindi la posizione dell’assassino il quale aveva anche detto agli inquirenti che il cadavere era stato gettato in mare. Sul luogo del ritrovamento sono giunti anche i parenti di Ruggiero che però non sarebbero stati fatti avvicinare al cadavere, trovato sotto un pavimento del locale in un punto leggermente rialzato, di recente fattura.
FOTO: tratta da Facebook.com