La presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, difende le nuove norme che estendono la possibilità di applicare misure di sequestro preventive di beni anche agli indiziati di corruzione
Napoli, 30 settembre – Il codice antimafia è “una buona legge, una buona riforma”. Lo ha detto la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, parlando con i cronisti alla Festa nazionale di Articolo 1-Mdp. Bindi ha difeso le nuove norme del Codice antimafia, approvate pochi giorni fa, che estendono la possibilità di applicare misure di sequestro preventive di beni anche agli indiziati di corruzione.
Rispetto alle critiche arrivate ieri da parte del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, secondo il quale c’è il rischio di rovinare la reputazione degli imprenditori e alimentare la “cultura del sospetto”, Bindi si è detta non d’accordo. “Vorrei dire al presidente di Confindustria che questo provvedimento è molto più garantista del Codice antimafia precedente, perché abbiamo ascoltato le critiche degli operatori. Con l’istituto del controllo giudiziario – ha spiegato Bindi –, anziché procedere al sequestro o perfino all’interdittiva dell’impresa mafiosa, la si mette sotto controllo giudiziario. Non pregiudica e non spossessa nessuno di quel bene, ma lo riporta alla legalità laddove l’imprenditore è disponibile a far questo”.
Dubbi da parte del presidente Anac Raffaele Cantone. “Questo codice – ha detto – è una delle migliori legge approvate da questo Parlamento, ma ritengo inutile inserire la norma nelle misure di prevenzione estese ai corrotti”. “Le polemiche che si stanno verificando in questi giorni – ha spiegato – stanno facendo mettere in ombra la parte migliore del Codice antimafia. Non condivido l’equiparazione dei reati contro la Pubblica Amministrazione, ma l’impianto della legge è ottimo e va nella giusta direzione, perché rende più efficace le misure di prevenzione, misura la gestione dei beni confiscati e introduce nuove misure a vantaggio delle imprese. Il codice contiene norme molto importanti”.