Scuola, è tempo di Apocalisse. Ma è tutto vero quello che ci raccontano?

Vespa, presidente di ‘Docenti per i Diritti dei Lavoratori’: “Siamo per la Legalità, le sentenze non si discutono. Si applicano. Diamo vita ad un piano transitorio che porti alla stabilizzazione di chi da anni lavora nella scuola e non chi magari ha conquistato il ruolo mettendo mano al portafogli ed investendo “solo” 150 euro per un ricorso”

“E’ tempo di Apocalisse! O almeno così ce la vogliono raccontare – così in una nota il professor Pasquale Vespa presidente dell’associazione “Docenti per i Diritti dei Lavoratori” -. A settembre pare che nelle scuole del Nord Italia assisteremo alla fine del mondo. E a raccontarcela, questa storia, sono sindacati e politici. O meglio chi ha promosso decine di migliaia di ricorsi e chi ha una tesi (politica) da portare avanti”.

“Ma qual è il problema? A settembre non ci sarebbero le maestre da mettere nelle classi e le scuole del Nord saranno in ginocchio, ci dicono. Da sindacati e governatori gli appelli al ministro Bussetti non si risparmiano. E quale sarebbe il motivo di tutto questo caos nelle scuole del Nord? L’applicazione della sentenza dell’Adunanza Plenaria del massimo organismo giudiziario previsto dalla nostra Carta costituzionale, ovvero il Consiglio di Stato, emessa il 20 dicembre 2017 e che afferma che il titolo di diploma magistrale è abilitante ma non sufficiente a garantire l’ingresso in Graduatorie ad esaurimento e quindi al posto a tempo indeterminato”.

“Da qui le dichiarazioni dal tono apocalittico non si sono fatte attendere: “Il regolare inizio del prossimo anno scolastico in Veneto è a fortissimo rischio”. Ma scusate – continua il presidente Vespa -, la soluzione che prospettate è quella di aggirare la Legge? Perchè una sentenza del Consiglio di Stato ha valore di Legge! Attenzione, perchè il segnale che si sta dando all’intero Paese è questo! Per i nostri comodi, della sentenza non ci importa nulla, congeliamone l’applicazione e salvaguardiamo i ruoli ottenuti da chi ha utilizzato lo strumento del ricorso per avere un posto di lavoro a tempo indeterminato. Indeterminato sì, ma con clausola rescissoria! – aggiungiamo noi -. Ovvero si è assegnato un ruolo, in attesa di valutare se spettasse veramente, che altrimenti sarebbe andato ad un vincitore di concorso o a chi è da 20 anni in una graduatoria ad esaurimento in attesa proprio di quel ruolo”.

“Il punto è proprio questo – dice Vespa -, favorire chi ha ottenuto un posto a tempo indeterminato ai danni del legittimo destinatario. Da 4 anni c’è chi ride per il posto conquistato con un ricorso (poi ritenuto infondato) e chi piange per aver perso quello stesso posto che gli è stato sfilato da sotto al naso! E una volta che il Potere giudiziario sentenzia che quel ricorso era infondato, il Potere politico ne congela gli effetti”.

“Ripristiniamo un pizzico di Legalità in questo Paese – commenta il presidente Pasquale Vespa -. Diamo un segnale forte magari sarà anche educativo. Le sentenze NON si discutono, si rispettano. Sempre. Convocate il personale dalle seconde fasce come si è sempre fatto e poi mettiamo mano ad un piano transitorio che porti alla stabilizzazione di chi da anni lavora nella scuola e non chi magari ha conquistato il ruolo”.

“Noi dell’associazione “Docenti per i Diritti dei Lavoratori” siamo per il rispetto della legalità, per il rispetto dei diritti acquisiti dai lavoratori e soprattutto contro ogni forma di discriminazione tra lavoratori. Attenzione però, il piano transitorio deve riguardare TUTTI i lavoratori e non solo chi per fortuna o per ricorso ha potuto godere di un particolare contratto! Non creiamo altre discriminazioni. Saltiamo un giro per l’assegnazione dei ruoli, che non vadano a chi ha solo una cautelare in tasca in attesa che la questione venga valutata nel merito – è la proposta del presidente Vespa -. Dopo 4 anni di guerre alla Buona Scuola che tutto questo caos ha prodotto è l’ora dell’equità e della giustizia sociale!”

“Le proposte le abbiamo – conclude la nota dell’associazione “Docenti per i Diritti dei Lavoratori” -, ci sono, sta alla classe politica saper ascoltare”.

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