I volontari di GP si uniscono all’onda blu per la tutela degli oceani con gli eventi #PlasticaZero
Napoli, 8 giugno – Per la Giornata Mondiale degli Oceani i volontari del gruppo locale di Napoli, insieme a Retake Napoli e Let’s do it Italy, dipinti di blu hanno dato vita ad un flash mob presso l’Ex Convitto Le Monachelle, in Pozzuoli, unendosi alle attività organizzate da Greenpeace in tutto il mondo per chiedere la tutela dei nostri mari.
Da Roma a Milano, da Palermo a Bari, da Napoli e Bologna fino a Vicenza,
i volontari hanno creato un’onda blu per chiedere ai Governi di tutto il mondo un Accordo Globale per la creazione di una rete di Santuari che protegga il 30% degli Oceani entro il 2030.
“I nostri Oceani si trovano ad affrontare una crisi profonda: dalla plastica al cambiamento climatico, le attività umane stanno provocando dei danni all’ecosistema marino che rischiano di essere irreversibili. Sono necessarie azioni immediate! Bisogna ridurre la produzione di plastica a monte e superare la cultura dell’usa e getta. Sostituire prodotti in plastica con altri prodotti monouso, come le plastiche compostabili e biodegradabili o la carta, con impatti ambientali non meno rilevanti, sposta il problema da un materiale ad un altro, non lo risolve”, ha dichiarato Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace.
Per questo motivo Greenpeace, insieme ai suoi volontari, sta creando una rete di locali #PlasticaZero-Pub, bar, pizzerie in tutto il Paese che vogliono eliminare i prodotti di plastica usa e getta più diffusi: dai bicchieri di plastica alle cannucce, dai piatti alle bottiglie.
E, proprio oggi, si conclude all’Argentario il tour di Greenpeace, in collaborazione con i ricercatori del CNR-IAS e della Università Politecnica delle Marche, Mayday SoS Plastica che per tre settimane, ha attraversato il Mar Tirreno Centrale per monitorare il livello di inquinamento da plastica dei nostri mari. I risultati dei campionamenti verranno diffusi tra alcuni mesi ma la situazione appare già drammatica se consideriamo che quella visibile é solo una parte del problema. Grandi quantità di microplastiche non individuabili a prima vista arrivano dai fiumi, soffocando i nostri mari.