Il presidente della Repubblica, al termine di 48 ore di consultazioni, ha concesso ai partiti altri 4 giorni di tempo. Se entro martedì non ci sarà accordo su nomi e programmi per una nuova maggioranza di governo si andrà al voto
Dopo le dimissioni da presidente del Consiglio di Giuseppe Conte e 48 ore di consultazioni al Quirinale per dare avvio alla risoluzione della crisi di governo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella concede altri 4 giorni di tempo alle formazioni politiche presenti in Parlamento. Se entro martedì non ci sarà chiarezza sui nomi e su un programma di governo, si andrà al voto. Per questa ipotesi propendono la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Leu invece vorrebbero evitare le urne.
Il Movimento 5 Stelle, che in parlamento ha la maggioranza relativa, ha posto come condizione per la nascita di un nuovo governo 10 impegni che vengono definiti “obiettivi prioritari per gli italiani”. Il primo dei 10 impegni è rappresentato dal taglio dei parlamentari, provvedimento che il M5s pone come base di partenza per l’apertura della trattativa con i dem. Un primo incontro tra M5s e Pd è avvenuto in queste ore alla Camera dei deputati. “C’è stata un’ampia convergenza sui punti dell’agenda ambientale e sociale. C’è un lavoro molto serio da fare sulla legge di bilancio, sulle priorità”, ha affermato il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio. Anche fonti dei Cinque Stelle parlano di “clima costruttivo” e ricordano che “il M5S ha posto sul tavolo il taglio dei 345 parlamentari, per noi è un punto fondamentale e propedeutico. Servono garanzie su questo aspetto”.
Le trattative però partono in salita e il problema sembrano i dissidi all’interno delle varie anime del Pd. In queste ore i renziani hanno accusato l’area che fa capo al segretario dem Nicola Zingaretti di non volere l’accordo. Accuse subito rispedite al mittente dallo stesso Zingaretti: “Stiamo nel pieno di consultazioni delicatissime e stiamo lavorando tutti insieme per raggiungere un obiettivo difficile: quello di dare vita a un Governo di svolta per cambiare l’Italia; e questo passa per uno spirito unitario, per difendere contenuti storia e valori del Partito Democratico”. Il segretario Pd ha fatto un appello “alla responsabilità: fermare questo continuo proliferare di comunicati, battute, interviste che, questi si, mettono tutto a rischio e logorano la nostra credibilità”.
“Questi già litigano, li conoscevamo abbastanza, purtroppo…si chiarissero un po’ le idee”, è il commento di Luigi Di Maio. La Lega nel frattempo è alla finestra e Matteo Salvini, che il governo lo ha fatto cadere, davanti al rischio di andare all’opposizione prova a tornare in campo. “La situazione politica è piuttosto confusa, la via maestra è sempre quella delle elezioni quando non ci sono maggioranze chiare. Oggi ci sarà un incontro tra vertici del Pd e i Cinque stelle; mi auguro nessuno pensi di lasciare l’Italia in mano a un partito che ne ha combinate di cotte e di crude”, ha affermato Salvini.