Buon lavoro al ministro Fioramonti dai Precari della Scuola. AnDDL: “Chiediamo incontro”

L’Associazione costituita da docenti precari chiede di parlare con il ministro. “Ci ascolti, abbiamo proposte condivise con chi la scuola la vive”

Auguri di buon lavoro al neo Ministro dell’istruzione dell’Università e della Ricerca italiana Lorenzo Fioramonti. A lui le nostre congratulazioni per il nuovo ed impegnativo incarico. Un incarico che ha onori ed oneri, tra i quali quello di non stravolgere la vita dei lavoratori del ministero che da oggi rappresenta ma di migliorare la qualità della vita di tutti: studenti e docenti”, così in una nota stampa l’Associazione Docenti per i Diritti dei Lavoratori presieduta dal professor Pasquale Vespa.

Chiudere la piaga del precariato di scuola, università e enti di ricerca” è una delle affermazioni del nuovo inquilino di viale Trastevere. Che si passi per una buona volta dalle parole ai fatti – dice il presidente Vespa – senza penalizzare chi attende la stabilizzazione. Siamo decisamente contrari all’ennesimo concorsone aperto a tutti che taglierebbe le gambe ai 55mila precari con esperienza che attendono da anni di trasformare il proprio contratto a tempo indeterminato”.

“Abbiamo bisogno dell’abilitazione? – si domanda Vespa -. Allora si dia vita ad un corso concorso abilitante graduante per costruire la ‘Graduatoria dei 36 mesi’ per i docenti con almeno 36 mesi di esperienza, quella che definisco la G36. A giugno 2020 potremmo essere tutti in ruolo. Si porti a regime questa soluzione, e la si affianchi ad un concorso ordinario biennale e non si vivrà più nell’insicurezza di un percorso di reclutamento dei docenti che cambia al mutare del vento”. E’ la proposta che il presidente Pasquale Vespa vorrebbe discutere nei dettagli con il neo ministro Fioramonti.

“Inoltre mi attendo che il ministro ci ascolti – dice Vespa -, che si confronti con chi vive da anni la scuola. Ho incontrato i suoi predecessori, i ministri Fedeli e Bussetti. Entrambi hanno mostrato volontà di dialogo anche se poi le soluzioni sono state stravolte nel primo caso dai parlamentari che professavano la ‘fede’ de “la Buona Scuola”, o hanno trovato l’ostacolo di una crisi politica estiva che non ha giovato né ai lavoratori della scuola né agli studenti che attendono da anni che non vi sia più per mesi il balletto delle supplenze”, conclude il professor Vespa.

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