Il senatore chiede in un’interrogazione urgente di tutelare anche “i lavoratori della cosiddetta economia ‘non osservata’ cioè sommersa” che per molti nuclei familiari “specie al Sud” rappresenta “l’unico sostentamento economico”
Napoli – “Ho chiesto ai Ministri del Lavoro, delle Politiche sociali e dell’Economia e Finanze, in questo momento terribile per il Paese, di non dimenticare gli ultimi, gli invisibili, i lavoratori della cosiddetta economia ‘non osservata’ cioè sommersa, in nero, che arriva quasi al 30% del Pil e specialmente nel Mezzogiorno d’Italia, e in particolare a Napoli, rappresenta per molti nuclei familiari l’unico sostentamento economico”. A dirlo il neoletto senatore Sandro Ruotolo (gruppo Misto) a proposito di un’interrogazione urgente presentata da egli stesso e sottoscritta, fra gli altri, dai parlamentari De Pretis, Ferrara, Pittella, Valente, Morra, Nugnes e Buccarella.
“Al Sud, e non solo, dopo questa crisi provocata dalla tragedia del Coronavirus, specialmente se si prolungherà, rischiamo il collasso sociale – ha spiegato Ruotolo –. Penso agli effetti che si avrebbero sulle fasce più vulnerabili della popolazione, che non hanno avuto accesso al Reddito di Cittadinanza e neppure beneficiano delle tutele contenute nel decreto Cura Italia”. “Non si può giustificare nè sostenere l’economia sommersa, ma dovrebbe essere evidente che, a seguito del Coronavirus – sottolinea Ruotolo – tutte le attività dell’economia ‘non osservata’ con il suo esercito di precari e di lavoratori a cottimo (specialmente in alcune zone popolari di Napoli) sono ormai ferme, con il rischio di innescare una situazione gravissima che minaccia la stessa coesione sociale”.
“Dobbiamo disinnescare una probabile guerra tra i penultimi e gli ultimi – è l’appello di Ruotolo –, considerare che esiste una consistente quota di lavoratori irregolari, più vulnerabili e marginalizzati priva di ogni forma di tutele”. “Ho chiesto e proposto ai ministri – conclude il senatore – se non ritengano opportuno aggiornare con urgenza le prossime linee d’intervento e riadattare lo strumento reddito di cittadinanza, al fine (per alcuni strati di popolazione specie al Sud) di fornire una forma di sostegno pubblico alla povertà determinatasi dalla situazione contingente da coronavirus”.