Il sindaco di Napoli: “Non abbiamo più risorse visti i mancati introiti”
Vista l’emergenza coronavirus il Comune di Napoli ha cancellato le tasse per l’anno 2020 ed è in cerca di risorse, anche per garantire i servizi fondametali cittadini (rifiuti, trasporti, servizi sociali). Ecco perché il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dopo aver chiesto nelle scorse al governo di cancellare i debiti dei Comuni, questa mattina è tornato nuovamente sul tema in un’intervista a Radio Crc. “Il governo ha completamente dimenticato i Comuni. Se non interviene, i Comuni da dopo Pasqua cominceranno a cadere come birilli”, ha detto il primo cittadino. “Se cadono i Comuni cadono i territori – ha aggiunto –. Non abbiamo più risorse, parliamo di mancati introiti. I Comuni non incassano più le tasse di soggiorno, i biglietti, le tasse, nulla. Quello che il presidente del Consiglio e il governo interno non comprendono è che se i sindaci iniziano a cadere come birilli, cadono le tenute amministrative delle città: i rifiuti non si raccolgono più, non si vedrà più un autobus o un servizio sociale. Una tragedia. Questo comincerà ad accadere non tra tre mesi, ma dopo Pasqua, poi ci sarà la città che cadrà a fine aprile, a maggio o a giugno a seconda delle condizioni economiche”.
“Quest’anno avremmo incassato credo circa 13 milioni di euro dalla tassa di soggiorno per l’esplosione turistica che avevamo – ha spiegato de Magistris –. Ora non li abbiamo più, si è azzerata, non c’è più un turista. Il governo deve fare un fondo di emergenza culturale in cui deve mettere i 13 milioni che ci sarebbero spettati, a noi come alle altre città, e farli gestire ai sindaci per programmare le ripartenze delle città. Se il governo non lo comprende, non mette liquidità alle imprese, non fa il reddito di quarantena per dare liquidità alle persone rimaste prive di reddito, questo Paese come riparte?”.
Un altro appello è quello rivolto da de Magistris al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca affinché rivaluti la scelta di vietare la consegna a domicilio dei pasti. Il sindaco ha bollato l’ordinanza della Regione Campania (la n.25 del 28/03/2020, ndr) come “illogica, sbagliata e anti-giuridica”. “Illogica – ha spiegato il sindaco –, perché non c’è alcun rischio. Anche i medici dicono che, con le dovute cautele, è più sicuro portare il cibo a casa perché così esce meno gente per strada. Poi c’è il dato secondario: si fa respirare una serie di attività, si potrebbero addirittura usare persone rimaste prive di lavoro per portare il cibo a casa e, confidando nella nostra catena di ristorazione locale, si potrebbe fare beneficenza destinando un pranzo su 5 a ‘pranzo sospeso’. Ci sono tutte le ragioni per rivedere quel provvedimento e si può fare in due ore, anche oggi”.
Secondo de Magistris “è accanimento chiudere dei locali perché si è messo un po’ di sugo all’interno di una focaccia che deve essere solo bianca, o perché, dopo un mese di quarantena e con la Pasqua che si avvicina, in un negozio insieme al pane si è comprato qualcos’altro. Sono quegli eccessi, quel sadismo che – conclude il primo cittadino – ti fanno comprendere che anche in tempi di quarantena c’è chi mantiene la testa sul collo e chi comincia ad avere la vista annebbiata”.