Chiusura scuole in Campania, l’ordinanza di De Luca suscita polemiche

Il premier Giuseppe Conte: “Chiudere la scuola non è la migliore soluzione”. Critiche anche da parte del sindaco di Napoli de Magistris mentre il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, si dice scettico. Contrari all’ordinanza del governatore anche insegnanti, presidi e genitori

Napoli – Sta sollevando polemiche la decisione del governatore della Campania Vincenzo De Luca, causa Covid19, di chiudere le scuole primarie e secondarie, nonché di sospendere le attività didattiche e di verifica in presenza nelle Università (vai all’articolo).

A criticare la decisione il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. “Come si fa a decidere la chiusura delle scuole alle 7 di sera senza coordinarsi con nessuno? Io non sono neanche parte dell’unità di crisi. Questa decisione è stata presa senza confrontarsi con nessuno”, ha affermato il primo cittadino durante un’intervista a Radio Capital. “Basta dire che questa è una situazione inaspettata – ha aggiunto de Magistris –. È da giugno che aumentano i contagi. E De Luca non ha fatto niente: non ci sono medici o infermieri in più, niente tamponi o nuovi posti letto. Assistenza domiciliare completamente assente. Cosa è stato fatto in tutti questi mesi di proclami e lanciafiamme? È venuta fuori tutta l’inadeguatezza della sanità pubblica della Regione. Gli ospedali sono già in tilt”.

Scettico sul metodo utilizzato da De Luca anche il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi. “Di fronte all’avanzamento della pandemia è legittimo avanzare una riduzione dell’impatto degli studenti sulla mobilità. Questo si sarebbe potuto fare con un sistema più flessibile senza un’ordinanza, utilizzando un principio di concertazione e che avrebbe consentito di garantire più flessibilità nelle scelte”, ha affermato il ministro, il quale si augura che “nelle prossime ore ci sia un colloquio importante tra le Regioni, il Governo e le istituzioni interessate come l’Università per cercare di modulare questi interventi rispetto a quelli che sono i reali problemi”. “Si potrebbero lasciare le matricole in aula e – ha concluso Manfredi – laddove ci sono situazioni di scarso contagio si può garantire una maggiore flessibilità della didattica in presenza lasciando all’autonomia degli atenei la scelta: questa mi sembra la decisione migliore”.

Al momento non sembra essere all’ordine del giorno la decisione dal parte del Governo di impugnare l’ordinanza di De Luca. Questo nonostante le parole del premier Giuseppe Conte: “Ne ho parlato con De Luca. Chiudere di blocco tutte le scuole è una soluzione che sembra a portata di mano, molto facile, ma non è il miglior segnale che stiamo dando”.

A non essere d’accordo con la decisione del governatore anche presidi, insegnanti e genitori. “Non posso conoscere quale valutazione abbia compiuto il presidente De Luca nell’interesse dei suoi cittadini, credo però che la chiusura generalizzata debba essere un fatto estremo”, ha affermato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp). Per il rappresentante dei presidi italiani la decisione di chiudere le scuole penalizza soprattutto i più piccoli, “perché per loro la didattica a distanza si è visto che, a differenza dei ragazzi delle superiori, non funziona. Per non parlare dei problemi per i portatori di disabilità o per quanto riguarda l’insegnamento nei laboratori”.

Questa mattina a Napoli c’è stata una protesta sotto la sede della Regione da parte di un centinaio di mamme, nonché personale scolastico e autisti di scuolabus. Critiche al quale De Luca ha risposto: “Le mezze misure non servono più a niente, prima prendiamo decisioni forti meglio è. Se tardiamo ci avviciniamo al momento in cui saremo costretti a prendere decisioni ancora più gravi ma con l’acqua alla gola. È responsabile prendere oggi decisioni difficili senza attendere oltre”.

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