Frana Casamicciola, De Luca e Manfredi d’accordo sul non rientro nelle abitazioni

Le dichiarazioni del governatore della Campania Vincenzo De Luca e del sindaco della Città Metropolitana di Napoli Gaetano Manfredi. L’ex ministro Costa sulle polemiche per l’art.25 del decreto sul Ponte di Genova del 2018 fatto dal governo Conte 1: “Non era un condono ma prevedeva un limite di tempo entro il quale deve arrivare da parte del Comune una risposta al cittadino che ha fatto istanza di condono”. Poi sulla zona della frana: “In quella zona non si doveva costruire, quella zona è abusiva ma tante zone di Casamicciola non lo sono”

“La Regione ha stanziato 4 milioni di euro per far fronte alle più immediate esigenze relative alla frana di Ischia. Valuteremo, insieme con i comuni dell’isola interessati, ulteriori esigenze nell’ambito del programma di messa in sicurezza e ricostruzione del territorio, oltre che per assicurare servizi adeguati alle famiglie sfollate e ospitate in ricoveri provvisori”. Così il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, in una nota della della Regione diffusa in mattinata e relativa alla frana avvenuta nel comune di Casamicciola (a Ischia) sabato 26 novembre (vai all’articolo). Molti sfollati chiedono di rientrare nelle proprie abitazioni ma per De Luca è questo “è inimmaginabile, sia perché molte abitazioni sono state demolite e sia perché la situazione idrogeologica è quella che è”.

Dello stesso avviso anche Gaetano Manfredi, in qualità di sindaco della Città Metropolitana di Napoli. “Mai più residenti in via Celario. Le zone in cui il rischio idrogeologico è tanto grave, e in cui non è possibile realizzare opere di contenimento affidabili, sono incompatibili con il vivere. La competenza su questa decisione spetta a varie istituzioni Comune, Città Metropolitana e Regione ma tornare a vivere in quell’area di Casamicciola è impossibile. Ci sono state frane già nel 2009 e nel 2022: è necessaria una delocalizzazione di quelle abitazioni in un’altra zona dell’isola”, ha detto Manfredi parlando a margine di un incontro in Prefettura.

“Una delle nostre priorità è la delimitazione della zona rossa – ha proseguito il sindaco metropolitano –. Questo ci consentirà di presidiare gli edifici sgomberati e di definire il non rientro nelle abitazioni: sono previste precipitazioni tra giovedì e venerdì. Per la ripresa delle attività scolastiche, l’istituto Mattei a Casamicciola sarà oggetto di un sopralluogo. Da una prima indagine sommaria è agibile. Il tema, però, riguarda le difficoltà nell’accessibilità: il traffico è interdetto a Casamicciola in queste ore. Valuteremo la riapertura delle scuole sull’isola nei prossimi giorni, forse mercoledì. Per ora resta l’ordinanza dei sindaci che prevede la chiusura oggi e domani. Ne parleremo con il dirigente scolastico regionale. L’istituzione della zona rossa avverrà nelle prossime ore”. Per quanto riguarda i fondi, ha aggiunto Manfredi, nel Consiglio metropolitano di mercoledì sarà predisposto “uno stanziamento per le frane, questa di Casamicciola e quella di Forio della scorsa settimana. Ci sarà uno stanziamento straordinario di fondi per oltre un milione”.

Dal giorno dopo la tragedia ad animare la politica nazionale è stato il tema dell’abusivismo edilizio. Sul banco degli imputati è salito il Movimento 5 Stelle, reo secondo l’ex premier Matteo Renzi (Italia Viva) e Carlo Calenda (Azione) di aver permesso numerosi condoni a Ischia tramite una norma nel decreto sul Ponte di Genova approvato dal governo Conte 1 nel 2018. Tutte accuse rispedite al mittente dall’ex premier Giuseppe Conte che si è affrettato a spiegare come l’articolo 25 del decreto non prevedeva alcun condono. “Ci trovammo davanti a un blocco totale. A Ischia ci trovammo con richieste di condono per circa 27mila abitazioni su circa 60mila abitazioni totali nell’isola. C’erano richieste per i danni del terremoto (il sisma del 2017, ndr) per 1100 abitazioni e per cercare di accelerare quelle pratiche è stato introdotto l’articolo 25 che non è un condono ma ha definito la procedura alla luce della legislazione già vigente per esaminare quelle pratiche, per dare una risposta”, ha detto Conte ospite a Mezz’ora in più di Rai 3. “Di fronte a questa situazione emergenziale – è la nota del Movimento 5 Stelle – il Governo Conte I stabilì una cosa molto semplice, ossia che sulle procedure di condono risalenti ad anni e decenni precedenti lo Stato doveva velocizzare le risposte: un sì o un no ai cittadini in 6 mesi, nel rispetto dei vincoli (paesaggistici, idrogeologici etc.) esistenti”.

A entrare ancora di più nel merito dell’art.25 del decreto sul Ponte di Genova del 2018 ci ha pensato l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “L’articolo 25 del Dl Emergenze del 2018 non è un condono, ma è il fissaggio di un tempo entro il quale deve arrivare da parte del Comune una risposta al cittadino che ha fatto istanza di condono. È cosa ben diversa dal concedere un condono. D’altro canto, i numeri lo dicono: su 27mila domande di condono edilizio nell’isola di Ischia sono state esaminate solo 1000 istanze di sanatoria, delle quali sono arrivate a conclusione soltanto 50-60, per piccole verande, balconcini, finestre. Stiamo parlando dello 0,2% delle 27mila richieste”, ha spiegato Costa ai microfoni di 24 Mattino su Radio24.

“Le case di Casamicciola sono state sostanzialmente costruite su quelle che un tempo erano chiamate ‘valloni a tempo’, cioè le linee di deflusso delle acque piovane che da monte scendono a valle. E quel terreno è assolutamente inedificabile – ha sottolineato l’ex ministro –. È un dato certo e non aggirabile, nel senso che le case lì non dovevano starci. Questo è un tema di controlli e di abbattimenti, ma non è un tema di condono”.

“Da investigatore – ha proseguito Costa – non avete idea di quante case abusive io abbia sequestrato. Quasi sempre di sabato e di domenica, quando i controlli erano minori, dalle 24 alle 48 ore venivano realizzati ‘i grezzi’ delle abitazioni, cioè le strutture in cemento armato, causando così danni idrogeologici. E questo avviene non solo a Ischia, ma in molti altri Comuni d’Italia. Ricordo che Casamicciola non ha un piano regolatore dai tempi della nascita della Repubblica. Perché non ce l’ha? Il paese non dovrebbe esistere sulle linee di deflusso delle acque meteoriche. Nella stessa zona dove c’è stata l’attuale frana, nel 1910 ce ne è stata un’altra. Nella stessa precisa zona. Quindi, in quella zona, che peraltro gli ischitani chiamano ‘Fango’, non si doveva assolutamente costruire. E infatti quella è una zona abusiva, ma tante zone di Casamicciola non lo sono”.

“Per abbattere ci vogliono i soldi, e quasi sempre coloro che hanno costruito abusivamente sono insolventi. O meglio, artatamente insolventi. Questi soldi allora vanno presi dalla Cassa Depositi e Prestiti, ma così indebiti il Comune. È un cane che si morde la coda. Non è vero che gli abbattimenti non si facciano, anzi la Procura di Napoli in questo senso lavora benissimo. Ma se solo nell’isola di Ischia hai 27mila domande di condono, per non parlare del resto della Campania, ci vuole altro che una legge finanziaria. Ci vuole una quantità gigantesca di soldi che difficilmente riesci a recuperare”, ha concluso l’ex ministro.

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