Va in onda la Crisi sulle TV della Campania. 100 persone in cassa integrazione.

Canale 21, Canale 9, Televomero e Canale 8 hanno avviato la procedura per richiedere la Cassa Integrazione per 42 giornalisti ed altre decine e decine di dipendenti, a vario titolo, per i mesi di novembre e dicembre 2012, per un totale di circa cento lavoratori.

Sembra quasi una trasmissione a reti unificate, come qualcuno ha sottolineato. Ma andiamo per gradi: le quattro emittenti locali avevano creato il Consorzio Campania Media Group, proprio per affrontare l’incombente crisi,  beneficiando così anche della legge 488/92. La legge 488/92 è lo strumento attraverso il quale il Ministero delle Attività Produttive mette a disposizione delle Imprese, che intendano promuovere programmi di investimento, nelle aree depresse, agevolazioni sotto forma di contributi in conto capitale (a fondo perduto).

Evidentemente tutto questo non è servito o bastato ed ha indotto le Tv a ricorrere agli ammortizzatori sociali, di cui, ultimamente, si fa spesso (ab)uso. E’ comprensibile la reazione delle persone colpite da tale provvedimento, se pensiamo a tutte le Imprese che avviando tale procedura, nel giro di alcuni mesi hanno licenziato e, come tale lo stanno vivendo: il preludio della fine.

Ed anche la beffa, considerando voci di corridoio che riferiscono parole pronunciate da qualche dirigente del Gruppo: “Se siamo a questo punto la colpa è vostra”. E non potrebbe essere colpa di gestioni squilibrate? Non sarebbe giunto il momento di rivedere le norme che permettono l’accesso agli ammortizzatori sociali?

Come, giustamente, chiede da anni la Federazione Nazionale della Stampa e il Sindacato Campano dei Giornalisti: serve intervenire sui fondi per l’editoria e concederli solo a chi realmente investe sul territorio, sui giovani e sulle nuove tecnologie.

Per evitare il temuto licenziamento, a reti unificate.


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