2 giugno – “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Articolo 1 della Costituzione.
Oggi è la Festa della Repubblica. La nascita della Repubblica è stato l’inizio di una nuova fase di ricostruzione per i nostri padri, la voglia di libertà li ha spinti ad un cambiamento radicale per restituire ad ogni cittadino i diritti negati in tanti anni di dittatura, guardando oltre e sperando in un futuro migliore per ogni nuova generazione a seguire, ponendo nella Costituzione la volontà di rendere inviolabili i principi fondamentali della democrazia in uno Stato di diritto il cui perno è il popolo.
Oggi c’è chi racconta dell’Italia e degli italiani ad un passo dal baratro, arretrata e incapace di reagire alla crisi economica e sociale, incapace di evolversi e riformare la sua costituzione.
“Viviamo con profonda preoccupazione il protrarsi e l’aggravarsi della recessione, la crisi diffusa, in molti casi drammatica, delle imprese e del lavoro. Ma diciamo a noi stessi, come all’Europa e al mondo, che a queste difficoltà non ci pieghiamo, che vi reagiamo convinti di poterle superare”. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto spronare, nel suo consueto video-messaggio alla Nazione, il popolo italiano.
Il Presidente, ha invitato il Parlamento a non tirarsi indietro dagli impegni assunti dopo mesi di incertezza, spiegando anche che sarà attento a vigilare “Perché non si scivoli di nuovo verso opposte forzature e rigidità e verso l’inconcludenza”. L’Italia ha bisogno di ripartire, ma occorre essenzialmente “Uno sforzo straordinario di mobilitazione operosa e di coesione sociale, e insieme un impegno efficace e convergente di governo e Parlamento”.
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Art. 2 della Costituzione.
Giorgio Napolitano, nel suo secondo mandato come Presidente della Repubblica, si ritrova nuovamente a porgere gli auguri agli Italiani per una delle feste più importanti per il nostro Paese, la Festa Nazionale della Repubblica, il giorno in cui si celebra la maggiore espressione di democrazia per gli italiani che nel 1946 si sono riappropriati della libertà per ripartire e costruire una nuova Patria, fondata sul rispetto di ogni cittadino: “Rivolgo a voi tutti un cordiale saluto ed augurio per l’anniversario della nascita della nostra Repubblica. Lo celebriamo nel modo più sobrio, riducendo all’essenziale lo stesso omaggio che non può mancare alle forze armate che servono con onore, anche lontano dal Paese, la bandiera nazionale”.
Napolitano, intervistato da Clemente Mimun, direttore del TG5, ha posto l’accento sul nervo scoperto di questa Italia statica e inerte, incapace di ripartire e ricostruire: “Dobbiamo essere una Repubblica all’altezza dell’articolo 1 della Costituzione”. È il lavoro il principio su cui si basa la nostra Costituzione. Napolitano ha precisato che “Quel primo articolo ebbe grande significato, si discusse moltissimo in Assemblea Costituente, e si scelse questa dizione anziché l’altra – ovvero – una Repubblica dei lavoratori. Fondata sul lavoro è qualcosa di più, significa che c’è un principio regolatore a cui si devono uniformare tutti gli attori sociali e tutte le rappresentanze politiche”. E facendo riferimento all’editoriale del più importante settimanale economico, The Economist, “Una generazione senza lavoro”, ha ammesso quanto l’occidente abbia sottovalutato il dilagare di una vera piaga sociale: “La verità è che sono cambiate le tecnologie, sono cambiati i termini della competizione, si è colto molto in ritardo il rischio di un dilagare della disoccupazione giovanile sia in Occidente sia anche nei paesi emergenti o in una parte di essi, e in Italia questo problema lo sentiamo molto acutamente e drammaticamente”.
“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Art. 3 della Costituzione.
Il pensiero del Presidente è anche per i Prefetti d’Italia, per i quali ha espresso apprezzamento per aver colto l’invito “A celebrare la solenne ricorrenza della Festa della Repubblica con la sobrietà che il momento richiede, riaffermandone, comunque, il profondo significato nel rinnovato richiamo ai valori sui quali si fonda la nostra Comunità nazionale”. Il Capo dello Stato sottolinea la necessità di ridare fiducia al popolo italiano con uno “Sforzo continuo, volto a razionalizzare e semplificare gli apparati e l’azione amministrativa ed a riorientare l’utilizzo delle risorse pubbliche”.
Con la deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria, iniziano i festeggiamenti per questo giorno di memoria.