Quale migliore occasione, se non le feste natalizie, per allargare gli orizzonti, anche quelli culinari? Mentre in Italia ci si prepara ad imbandire la tavola con cappelletti in brodo e casoncelli, baccalà e capitone, polenta e gnocchi all’anatra, frutti di mare, cappone o abbacchio, fritto misto di verdure, nel mondo i piatti tradizionali di questo periodo dell’anno sono i più disparati.
Tipico dei paesi nordici è il cervo arrosto, la salsiccia di renna in particolare in Norvegia. In Russia si gusta aringa, salmone affumicato e caviale rosso e nero, in Repubblica Ceca si preferisce la carpa, mentre in Francia e anche in Romania si prediligono piatti a base di carne di maiale.
Sulle tavole anglosassoni (Regno Unito e Stati Uniti), come anche in Spagna, non può mancare il tipico tacchino, meglio se ripieno con bacon, carne di vitello o addirittura nocciole tritate. In Germania i tacchini si salvano grazie all’arrosto d’oca che è un degno e gustoso sostituto, in Polonia si banchetta con cinghiale selvatico e funghi freschi.
Se non mancano piatti semplici di tradizione rurale, a base di riso in Danimarca e in Svezia, o il pane con semi di papavero ungherese, sono altrettattanti e fantasiosi i dessert. In Francia, oltre alla famosa “torta dei re” che si prepara in occasione dell’Epifania, di pasta sfoglia con crema e mandorle, per Natale i dolci sono 13, a rappresentare Gesù e gli Apostoli. In Germania invece si preparano una varietà diverse di “stollen”, simili al nostro panettone, più diffuso quello al burro (butterstollen) e in Spagna i Polvorones con limone, cocco e caffè.
In Messico è essenziale avere a tavola la pinata (pignatta), contenitore di cartapesta, pieno di dolci, frutta secca e canditi, mentre in Gran Bretagna la cena di Natale termina con il famoso pudding, budino cotto a vapore con frutta secca, come pure in Australia, con la differenza che la cena è servita in spiaggia e in costume da bagno.